Recensione a cura di A.M.I.C.A. –www.infoamica.it
Articolo originale: Amy E. Brown, Dipartimento di Entomologia, Università del Maryland, College Park, Maryland, “Developing a pesticide policy individuals with Multiple Chemical Sensitivity: consideration for institutions”,
Toxicology and Industrial Health, 1999; 15,432-437.
Visto che la Sensibilità Chimica Multipla rappresenta un notevole problema sociale, la Dr.ssa Brown ha condotto uno studio sulle possibili politiche da intraprendere per ridurre i disagi che questa patologia invalidante comporta, a partire da un’analisi delle strategie adottate dall’Università del Maryland. Questa rappresenta, infatti, un’istituzione enorme e perciò esemplare con oltre 40.000 studenti (1997), 31 dormitori, 12 condomini e 10 mense.
Nel 1995 il progetto, finanziato dall’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), è iniziato con una revisione della letteratura scientifica e sugli aspetti politici della MCS. Dopo la prima fase investigativa, durata dal 1996 al 1997, è stato sviluppato un questionario da sottoporre ai responsabili dei Servizi residenziali dell’università e ad altri individui selezionati, con l’obiettivo di delineare le strategie più usate nell’approccio con la MCS. Successivamente il direttore del progetto e uno studente assistente hanno condotto delle interviste individuali con coloro che avevano risposto al questionario.
Di solito l’università risponde alle richieste del singolo caso di MCS: lo studente si rivolge all’Ufficio per le Disabilità e presenta la sua diagnosi e poi gli viene notificato al telefono dove e quando vengono usati i pesticidi così che possa evitare l’area. In alcuni casi vengono fornite delle sistemazioni in dormitori dove non sono usati pesticidi del tutto.
È stato osservato, però, che non tutti gli studenti accettano di chiedere aiuto per evitare di comparire nelle liste delle persone con MCS. Il problema della individualizzazione è anche più grave nel caso del personale e degli insegnanti che non vogliono rischiare di essere additati dai colleghi per la loro malattia. Ogni strategia di gestione dei pesticidi ha i suoi pro e i suoi contro. L’ideale per i malati è in genere la creazione di aree pulite, prive assolutamente di pesticidi, ma non sempre le istituzioni sono dotate della flessibilità necessaria per farlo.
Lo studio conclude che l’approccio al problema dovrebbe procedere secondo due aspetti: 1) da una parte sviluppare una politica generale che riduca l’esposizione ai pesticidi, con un vantaggio per la salute della popolazione generale; 2) dall’altra, gestire il singolo caso di MCS come necessario.
“Mentre la scienza aspetta delle risposte – conclude la Dr.ssa Brown – le istituzioni sono generalmente riluttanti a prendere dei provvedimenti per timore di stabilire un precedente, ma l’istituzione prudente può usare delle strategie che abbassino l’uso dei pesticidi (per esempio la gestione integrata degli infestanti) … con beneficio non solo per gli individui affetti da MCS, ma per la popolazione generale.”
È possibile acquistare copia dell’articolo originale da www.ciin.org; n° d’ordine 0112–Brown-99-006