L’associazione A.M.I.C.A. denuncia come l’abbandono dei malati da parte delle istituzioni uccida.
3 marzo 2009
A meno di un mese dal suicidio di una signora ipersensibile ai campi elettromagnetici (1), si toglie la vita, sparandosi nello studio del suo medico di famiglia, Giancarlo Guiaro, 55 anni, da tempo malato di Sensibilità Chimica Multipla (MCS), una malattia che comporta reazioni multi-organo a varie sostanze chimiche come profumi, detersivi, insetticidi, plastiche, smog, ecc.
“Lo conoscevamo da diversi anni e di recente lo abbiamo seguito nelle sue vicende processuali contro la Regione Emilia Romagna – commenta Donatella Stocchi, tra le fondatrici di A.M.I.C.A. – Lui chiedeva semplicemente di poter continuare le terapie del medico tedesco che lo avevano fatto migliorare notevolmente perché sperava di tornare ad una vita più normale possibile e invece gli sono state negate”.
In Tribunale i medici del centro di riferimento regionale per la MCS dell’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna hanno detto di essere perfettamente in grado di trattare i malati di MCS, ma Giancarlo lamentava di non fidarsi di medici che non avevano un’esperienza clinica specifica nella cura della MCS e che si ripromettevano semplicemente di studiarla. Tra l’altro, Giancarlo ripeteva sempre che la sua malattia avrebbe avuto inizio alcuni anni fa proprio in quello stesso ospedale dove gli sarebbe stata praticata, a sua insaputa, una terapia ormonale sperimentale.
L’avvocato che lo aveva seguito aveva anche presentato al riguardo un esposto alla Procura della Repubblica, ma la pratica era stata archiviata.
“Il suo gesto, compiuto non a caso proprio nello studio del medico, è una denuncia estrema che peserà sulla coscienza dei medici di Bologna e del Consiglio Superiore di Sanità – commenta Francesca Romana Orlando, Vice Presidente di A.M.I.C.A. – ma è anche un monito ai nostri parlamentari affinché approvino immediatamente una delle cinque proposte di legge per MCS che giacciono in Parlamento (2) e affinché regolamentino il conflitto di interessi in ambito medico-sanitario.”
“Per noi è inconcepibile che venga affidata la gestione della MCS a medici del lavoro il cui dipartimento è stato finanziato dall’INAIL, un ente assicurativo contro il quale decine e decine di malati di MCS hanno cause in corso”, conclude la vice presidente
“Era un uomo attivo e intelligente, pieno di vita e invece era costretto a rifugiarsi in auto per sfuggire alle esalazioni di camini dei vicini, all’irrorazione di pesticidi così come anche alle esalazioni provenienti da vernici e da altri materiali per le ristrutturazioni edilizie”, ricorda Donatella Stocchi che lo sentiva quotidianamente.
Per i malati di MCS la casa in ambiente sano è paragonabile, infatti, ad un farmaco salvavita e, infatti, negli Stati Uniti e in Canada la MCS è contemplata nelle linee guida urbanistiche e ambientali ed esistono quartieri e palazzine di edilizia pubblica per persone chimicamente sensibili intorno alle quali non si usa asfalto sulle strade, non si irrorano pesticidi e non si installano ripetitori di cellulari o Wi-Fi.
Lo scorso settembre il Consiglio Superiore di Sanità ha presentato un parere secondo il quale la MCS non può essere riconosciuta come malattia rara perché colpisce dal 2 al 10% della popolazione e, d’altra parte, non la riconosce nemmeno come malattia perché mancherebbero test diagnostici univoci. “In realtà, molte malattie vengono diagnosticate in base al quadro clinico anche senza un test specifico, basti pensare all’emicrania – commenta la Vice Presidente Orlando – e in tutto il mondo si esegue la diagnosi di MCS in base al Consenso Internazionale del 1999 (3) che presenta le conclusioni di uno studio mondiale lungo dieci anni sulla malattia.”
“La Sensibilità Chimica è una condizione riconosciuta, ma diventa un problema quando si presenta verso più sostanze chimiche insieme – aggiunge la dott.ssa Orlando – oggi, dal Giappone agli Stati Uniti, dalla Germania alla Danimarca, la diagnosi di MCS si fa in base a cinque criteri di consenso e poi l’invalidità è assegnata, caso per caso, sulla base delle patologie organiche riscontrate nel singolo malato”.
“Sospettavamo che la MCS non sarebbe stata riconosciuta in Italia, dopo aver letto la bozza del documento del gruppo di studio inter-regionale sulla MCS, sottoscritto anche dai medici del centro di Bologna – dichiara Silvia Bigeschi, vice presidente di A.M.I.C.A. – perché questo citava moltissimi studi condotti da medici con conflitti di interessi (consulenti dell’industria chimica) che considerano la MCS un disagio “psicosomatico”; per questo avevamo rivolto un appello, corredato da corposa documentazione scientifica, ai membri della Seconda Sezione del Consiglio Superiore di Sanità affinché valutassero le più recenti scoperte mediche sui danni neurologici e metabolici tipici della MCS, ma è stato inutile. Eppure la MCS è considerata una invalidità fisica al pari di una invalidità motoria non solo negli USA, ma anche in Germania (4)”.
Note
- Elettrosensibilità: la solitudine di una malattia negata, Comunicato Stampa del 15 febbraio 2009 https://www.infoamica.it/articolo.asp?a=5&sa=0&art=567
- Proposte di legge per la Sensibilità Chimica Multipla: https://www.infoamica.it/articolo.asp?a=11&sa=35&art=513
- Il Consenso Internazionale della MCS descrive la malattia come: Sensibilità Chimica Multipla come: [1] uno stato cronico, [2] con sintomi che ricorrono in maniera riproducibile, [3] in risposta a bassi livelli d’esposizione, [4] a prodotti chimici multipli e non connessi tra di loro, [5] che migliorano o scompaiono quando gli elementi scatenanti sono rimossi) https://www.infoamica.it/articolo.asp?a=11&sa=28&art=176
- Riconoscimento della MCS in Germania: https://www.infoamica.it/articolo.asp?a=11&sa=35&art=487