Alla luce dei risultati di una ricerca sulla polvere domestica in camera da letto, un gruppo di associazioni ambientaliste lancia l’appello all’Unione Europea affinché rafforzi la legge sulle sostanze chimiche
Comunicato Stampa – Roma, 14 settembre 2011
L’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) ha partecipato ad una ricerca promossa da ChemSec, insieme alla Società Svedese per la Conservazione della Natura (SSNC) e ad altre ONG.
Oggi è stato pubblicato il rapporto finale della ricerca, intitolato “Wicked monsters under the bed”, cioè “Mostri malvagi sotto il letto”, che ha analizzato la polvere in camere da letto in Europa, Africa e Asia. I risultati hanno dimostrato che sotto i letti in tutto il mondo c’è un mix pericoloso di interferenti endocrini, a livelli superiori rispetto a quelli trovati precedentemente. Queste sostanze sono stati sempre più associate ad una serie di problemi di salute tra cui la ridotta fertilità, cancro e disturbi da deficit di attenzione.
Gli europei passano fino al 90% del loro tempo al chiuso, dove l’esposizione a sostanze chimiche può arrivare ad essere mille volte superiore a quella riscontrata all’esterno. Gli interferenti endocrini vengono rilasciati da molti prodotti comunemente presenti nelle nostre case, tra cui mobili, strumenti elettronici, cosmetici e giocattoli. I soggetti che rischiano di più di esporsi alle sostanze chimiche presenti nella polvere domestica sono quelli più vicini al pavimento, cioè i bambini piccoli.
I campioni di polvere sono stati raccolti con l’aspirapolvere nelle camere da letto in sei Stati membri dell’Unione Europa, in quattro paesi dell’Africa e in due del Sud-Est asiatico. Alcune delle sostanze chimiche ricercate, come il nonilfenolo e alcuni ftalati, sono state trovati a livelli più alti nelle case europee.
“Questo rapporto dimostra che sostanze chimiche altamente problematiche, come molte già presenti nella lista SIN, si trovano comunemente sotto i letti delle persone. Per permettere di dormire bene la notte sia l’Unione Europea che tutti i paesi europei devono agire con forza. Attualmente i cittadini non sono adeguatamente protetti da questo cocktail di interferenti endocrini dalle leggi comunitarie in materia “, afferma Anne-Sofie Andersson, direttrice di ChemSec.
Lo studio presentato ha ricercato le sostanze chimiche presenti nella polvere senza tenere conto di altre fonti di esposizione chimica negli ambienti interni. Anche solo considerando la polvere, i risultati mostrano che il livello totale di ftalati sono in alcune zone in concentrazioni superiori a quelle considerate oggi sicure dalle autorità pubbliche, se si considera “l’effetto cocktail”.
“E’ evidente che in Europa non viene sufficientemente impiegato il principio di precauzione se nelle case degli italiani e degli europei si riscontrano livelli così alti di interferenti endocrini. Servono maggiori controlli sui prodotti e, in generale, la Commissione Europea e i singoli governi dovrebbero comprendere che mettere limiti all’industria rappresenta un colossale risparmio in termini di salute e sicurezza ambientale tanto più che i cittadini e la stessa classe medica non ci risultano sufficientemente informati su come affrontare i rischi derivanti da queste sostanze”, ha dichiarato Francesca Romana Orlando, Vice Presidente di A.M.I.C.A..
Il rapporto evidenzia anche che, al fine di comprendere a pieno gli effetti che gli interferenti endocrini hanno sulla nostra salute e sulla fertilità, sono fondamentali nuovi metodi di valutazione del rischio, tenendo conto della loro capacità di produrre effetti significativi anche a dosi molto basse.
“Noi incoraggiamo fortemente la Commissione Europea e ogni Stato membro dell’Unione Europea ad accelerare il processo e ad inserire gli interferenti endocrini nella lista dei candidati di REACH, così come chiediamo alle aziende di eliminare gradualmente queste sostanze nei loro prodotti”, ha dichiarato la coordinatrice del progetto Frida ChemSec Hok.
Per maggiori informazioni, si prega di contattare Frida Hök, coordinatrice del progetto sugli interferenti endocrini, ChemSec, frida.hok@chemsec.org, + 46 709 72 12 57
Il rapporto è disponibile online sul sito
www.chemsec.org/endocrine-disrupters/dust-report
ChemSec, il Segretariato Internazionale delle Sostanze Chimiche, è una organizzazione non-profit che lavora per un mondo libero dalle sostanze tossiche, mettendo in evidenza i rischi sanitari e ambientali delle sostanze pericolose, rendendo disponibili delle accurate informazioni scientifiche, coinvolgendo l’industria e accelerando i processi legislativi. ChemSec è stata fondata nel 2002 da organizzazioni ambientaliste e segue la lista di sostanze pericolose SIN. Sito: www.chemsec.org.
La Società Svedese per la Conservazione della Natura (SSNC) è un’organizzazione ambientalista con la forza di portare avanti il cambiamento. Con circa 200.000 soci, SSNC diffonde la conoscenza, mappa le minacce ambientali, crea soluzioni, e influenza i politici e le autorità pubbliche, sia a livello nazionale e internazionale. Inoltre, SSNC segue una delle più stringenti classificazioni eco-label, “Buona scelta ambientale”. www.naturskyddsforeningen.se
Le polveri nei paesi europei sono state raccolte dalle seguenti associazioni non governative: Alleanza europea per la sanità pubblica (EPHA) e Health and Environment Alliance (HEAL) in Belgio, Clean Air Action Group in Ungheria, Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) in Italia, BUND in Germania, Società per vivere sostenibile nella Repubblica Ceca e della Società Svedese per la Conservazione della Natura (SSNC) in Svezia.
L’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.), nasce nel 2003 con sede a Roma e opera a livello europeo per promuovere la conoscenza dei problemi di salute causati dall’esposizione a sostanze chimiche presenti nell’ambiente e nei prodotti d’uso comune. E’ particolarmente impegnata per il riconoscimento di malattie ambientali come la Sensibilità Chimica Multipla e l’Elettrosensibilità ed è partner di coalizioni internazionali per l’abbassamento delle fonti di mercurio e per la riduzione dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici.