Il 13 novembre 2013 il Ministro Maria Chiara Carrozza ha annunciato lo stanziamento di 15 milioni di euro all’interno del decreto “L’istruzione riparte” per dotare di connessione Wi-Fi le scuole italiane. Le scuole possono fare domandA di finanziamento per l’ampliamento dei punti di accesso alla rete Wi-Fi, per il potenziamento del cablaggio fisico, per la realizzazione o adeguamento dell’infrastruttura di rete (Lan/Wlan) di un edificio o di un campus.
A.M.I.C.A. aveva manifestato al Ministro dell’Ambiente Orlando grande preoccupazione per il possibile ampliamento delle connessioni Wi-Fi nelle scuole inviandogli una recente lettera sottoscritta insieme ai comitati romani contro l’elettrosmog.
Al momento le conoscenze scientifiche non assicurano che la radiazione emessa dai dispositivi Wi-Fi (antenne e dispositivi mobili connessi) sia innocua per la salute. Al contrario, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, organismo afferente all’OMS, ha classificato la radiofrequenza “possibile cancerogeno per l’Uomo” nel 2011. Numerosi studi, inoltre, evidenziano possibili rischi per la salute correlati all’esposizione prolungata a radiofrequenza, anche a livelli inferiori degli attuali limiti di legge.
“E’ completamente insensato esporre dei bambini e degli adolescenti ad un rischio per la salute come quello associato al Wi-Fi, dato che la radiofrequenza è stata classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come possibile cancerogeno per l’Uomo di classe 2B. Basterebbe semplicemente dotare i banchi di connessioni via cavo, un sistema completamente privo di rischi per la salute”, spiega il Dott. Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, che sta conducendo delle ricerche proprio sul Wi-Fi in collaborazione con A.M.I.C.A.
“Da molti anni gli scienziati indipendenti, come quelli della Commissione Internazionale sulla Sicurezza dei Campi Elettromagnetici (www.icems.eu) ci avvisano che gli attuali limiti di sicurezza sono impostati per proteggere dal riscaldamento causato dai campi elettromagnetici, ma non per proteggerci dagli effetti biologici sulla materia vivente”, ricorda Francesca Romana Orlando Vice Presidente di A.M.I.C.A. “Basti pensare agli studi su topi dell’equipe del Prof. Lukas Margaritis dell’Università di Atene, il quale ha dimostrato che topi esposti a radiofrequenza hanno problemi di memoria spaziale e di apprendimento. E’ questo che l’ambiente che vogliamo creare nelle scuole per i nostri figli? Oggi non possiamo dire che queste tecnologie che operano senza fili attraverso i campi elettromagnetici sono sicure e, anzi, ci sono forti sospetti che possano abbassare la qualità della vita e influire con un buon funzionamento. Per queste ragioni non andrebbero usate.”