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La MCS non è una malattia psichiatrica

Lettera aperta di A.M.I.C.A.
al Ministro della Salute Sen. Livia Turco

Roma, 7 marzo 2007

Pregiatissimo Ministro Livia Turco,

Le scriviamo per chiederLe di assumere urgentemente una posizione politica riguardo la Sensibilità Chimica Multipla o MCS, in quanto non è oltremodo accettabile che migliaia di cittadini italiani siano privati del diritto alla salute sancito dalla Costituzione.

Tale patologia, che comporta reazioni multiorgano quando si è esposti a sostanze chimiche anche in minime tracce, normalmente tollerate dalla popolazione, causa serie limitazioni della vita sociale e lavorativa del malato e anche un rischio di vita, soprattutto per l’assenza di idonei protocolli di Pronto Soccorso (1) diffusi nel nostro Paese.

Siamo particolarmente allarmati dalla posizione di quei medici che etichettano i malati di MCS come “psicosomatici”, senza aver mai portato a compimento una ricerca sul campo. Del resto, tale ricerca non è adeguatamente sostenuta anche a causa dell’interesse a non riconoscere la malattia da parte dell’industria, anche di quella chimico-farmaceutica che produce anestetici, biocidi e pesticidi, noti come agenti scatenanti o aggravanti la malattia.

Nei Paesi, come Canada e USA, dove la MCS è riconosciuta come patologia organica invalidante, sono state le istituzioni pubbliche a predisporre leggi e regolamenti a tutela dei malati chimicamente sensibili, anche se certe organizzazioni mediche, come l’American Medical Association, ancora non riconoscono la MCS, reclamando maggiori studi sull’argomento. Queste leggi tutelano il diritto all’assistenza sanitaria e sociale, all’edilizia pubblica, all’istruzione e al lavoro (2,3). Ogni anno decine di Governatori proclamano maggio come mese per la informazione e la consapevolezza sulla MCS, considerandola un’emergenza sanitaria di prima attenzione.

Il Ministero dell’Ambiente della Danimarca ha aperto nel 2003 un Osservatorio che ha rilevato un’incidenza del 10% di danesi sensibili a sostanze chimiche presenti nei prodotti d’uso comune e una percentuale inferiore di persone rese invalide da tale sensibilità, ovvero affette da MCS. Nel 2004 il Ministero della Salute ha inaugurato un Centro di Riferimento Nazionale per le intolleranze alle sostanze chimiche e alle fragranze (www.mcsvidencenter.dk).

In Italia ancora si trovano medici che discreditano i malati di MCS, definendoli “ossessionati dalle sostanze chimiche o dagli odori”. Tale posizione è incompatibile con le evidenze scientifiche degli ultimi anni. Innanzitutto, la letteratura scientifica pubblicata su riviste accreditate è costituita per la maggior parte da studi che attribuiscono alla MCS un’origine organica, senza contare le ricerche degli ecologici clinici che sono stati i primi a studiare la malattia (www.mcsrr.org).

Uno studio della Scuola di Igiene e Salute Pubblica della Johns Hopkins University (4,5) attraverso una revisione degli studi psichiatrici sulla MCS, ha evidenziato che non ha senso somministrare test psicologici/psichiatrici a malati cronici con sintomi aspecifici, e in particolare a quelli con MCS, per ricercarne l’eziopatogenesi.
Secondo i ricercatori i tratti psicologici/psichiatrici della MCS sono ampiamente spiegabili con la gravità della malattia e con il discredito sociale che l’accompagna e non è escluso che possano essere sintomi di una patologia organica complessa, così come alcuni tratti psichiatrici sono osservabili nei malati di sclerosi multipla, emicrania cronica, cancro, ecc..

A destare particolare sconcerto sono le reazioni abnormi dei malati agli stimoli olfattivi chimici, erroneamente confuse come una forma di “ansia anticipatoria”. Uno studio del Dipartimento di Medicina Psicosomatica dell’Università di Tokyo (6), infatti, ha dimostrato che i malati subiscono reazioni solo se esposti a odori di composti organici volatili (VOC) e non prima.

La visita psichiatrica non può assolutamente essere inclusa nel Protocollo Diagnostico della MCS di routine perché fa presupporre che il malato stia simulando le reazioni alle esposizioni chimiche. Del resto, perché dobbiamo escludere che un malato psichiatrico possa anche avere la MCS, così come l’asma, il cancro, o altre patologie causate dalle esposizioni tossiche? Ciò non esclude che l’approccio psicoterapico possa aiutare i pazienti con MCS a riorganizzare la propria vita, come per qualsiasi altra patologia cronica debilitante.

Confondere l’ipersensibilità olfattiva con un “disagio psicologico” significa non conoscere tutta quella mole di studi che identificano nelle alterazioni dei recettori olfattivi nasali un meccanismo alla base delle riniti croniche, della sindrome delle vie aeree iper-reattive, dell’asma, della dermatite atopica, ecc. (7,8,9,10), tutte malattie che nessuno si sognerebbe mai di definire “psicosomatiche”. Del resto anche il recente studio epidemiologico, condotto dall’Università della West Georgia, ha suggerito una eziopatogenesi organica, non psicologica, della MCS anche per la sua forte sovrapposizione con patologie riconosciute come l’asma (11,12).

Poiché è noto che le sostanze chimiche volatili e persino i metalli possono raggiungere il sistema nervoso centrale attraverso il nervo olfattivo, non c’è ragione di sorprendersi se molti malati di MCS presentano anche sintomi cerebrali quando esposti ad odori chimici. Questo fenomeno è stato studiato da diversi ricercatori:

· Sono state evidenziate delle anomalie, in alcuni studi su civili e militari chimicamente sensibili, alla PECT SCAN, nelle strutture profonde del cervello correlate al bulbo olfattivo che sono completamente compatibili con una spiegazione fisiologica della malattia e incompatibili con una origine psicologica (13,14).

· Le biopsie delle mucose nasali di pazienti di MCS hanno rivelato danni alle cellule epiteliali e una proliferazione delle terminazioni nervose che potrebbero ulteriormente spiegare l’ipersensibilità olfattiva (15). Un altro studio del Dipartimento di Medicina di Pronto Soccorso dell’Università della East Carolina, basato su visite otorinolaringoiatriche ha evidenziato anomalie nei pazienti di MCS (16).

· Il Prof. Martin L. Pall della Scuola di Bioscienze Molecolari dell’Università dello Stato di Washington ha spiegato le reazioni a concentrazioni infinitesimali di odori chimici con una disreattività del metabolismo cerebrale dell’ossido nitrico/perossinitrito e con la stimolazione del NMDA, proponendo delle adeguate terapie di contrasto (17,18)

Recentemente è stata fatta luce sull’eziopatogenesi della MCS, perché nel 2004 il Ministero della Salute dell’Ontario e Genoma Canada hanno finanziato all’Università di Toronto (19) uno studio che ha scoperto nei pazienti di MCS, rispetto ai gruppi di controllo, la prevalenza di polimorfismi genetici responsabili di una ridotta capacità di metabolizzazione delle sostanze xenobiotiche. La malattia si presenterebbe, dunque, con una frequenza maggiore nei soggetti geneticamente predisposti esposti a sostanze tossiche, oppure in soggetti le cui esposizioni subite sono state così pesanti da danneggiare i processi enzimatici responsabili di tale metabolizzazione. Tali scoperte sui polimorfismi genetici nella MCS sono state confermate in uno studio tedesco molto più ampio (20) e sono state evidenziate da un recente rapporto dell’INAIL (21).

Sebbene le manifestazioni sintomatiche della MCS siano varie e complesse, è possibile effettuare la diagnosi con i parametri del Consenso Internazionale del 1999 (22) e usare i test diagnostici utili a valutare il danno causato dalle esposizioni chimiche (13,14,23).

La conferma definitiva dell’origine organica della malattia deriva dai benefici ottenuti dai malati attraverso le terapie di evitamento delle tossine ambientali (24), di rimozione delle tossine dentali (25) e di somministrazione di flebo per il metabolismo delle sostanze xenobiotiche (23,24,25,26). Anche in Italia decine di malati hanno ottenuto un miglioramento significativo, a volte straordinario, con le terapie specialistiche di esperti stranieri, in alcuni casi rimborsate dalla ASL in base alla legge sulle patologie residuali. Queste esperienze positive avrebbero dovuto guidare i “decisori” che, invece, hanno ripiegato su un progetto di studio osservazionale, la cui approvazione latita inspiegabilmente da anni.

Questo temporeggiamento porterà i malati ad aggravarsi e lascerà migliaia di cittadini senza una diagnosi, facendoli passare da un medico all’altro e da un test all’altro con un danno personale e un aggravio insensato della spesa pubblica sanitaria, consentendo di curarsi solo a chi è in grado di sopportarne l’impegno economico. L’attuale totale assenza di Unità Ambientali Controllate nelle strutture sanitarie pubbliche e di protocolli di Pronto Soccorso per pazienti chimicamente sensibili, come quello del Mercy Medical Center di New York (1), espone a rischio questi malati, obbligandoli a rinunciare anche alle terapie di base per qualsiasi problema di salute si dovesse presentare indipendentemente o a causa della MCS.

Nell’invitarLa di nuovo ad occuparsi di questa grave emergenza sanitaria, in considerazione anche delle 20.000 persone che hanno firmato la nostra Petizione per il Riconoscimento della MCS nel 2004, Le chiediamo anche un impegno affinché si possano escludere eventuali conflitti di interesse nei processi decisionali sulla malattia.

Restando in attesa di un Suo cortese riscontro, La salutiamo cordialmente.

Associazione A.M.I.C.A.

Riferimenti bibliografici

1. Protocollo di Ospedalizzazione del Mercy Medical Center di New York, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

2. Protocollo di Urbanizzazione e di Educazione Pubblica dello Stato di Washington, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

3. Promemoria del Dipartimento per i Servizi Sociali della Riabilitazione, dello Stato di Washington D.C., traduzione a cura di A.M.I.C.A.

4. A.Davidoff, L.Fogarty, P.M. Keyl Psichiatric Interferences from Data on Psichologic/Psichiatric Symptoms in Multiple Chemical Sensitivity Syndrome, Arch. Environ. Health, maggio/giugno 2000 (vol. 55 n.3).

5. A.Davidoff, L.Fogarty, Psychogenic Origins of Multiple Chemical Sensitivities Syndrome: A Critical Revue of the Research Literature,  Arch. Environ. Health, sett/ottobre 1994 (vol. 49 n.5).

6. M. Saito e altri, Symptom Profile of Multiple Chemical Sensitivity in Actual Life, Psychosomatic Medicine, 63:318.325, 2005.

7. H. Kimata, Effect of exposure to volatile organic compounds on plasma levels of neuropeptides, nerve growth factors and histamine in patients with self-reported multiple chemical sensitivity, Inter. J. Hyg. Environ. Health, 207 (2004); 159-163.

8. G.D. Nielsen, Mechanism of Activation of the Sensory Irritant Receptor by Airborne Chemicals, Critical Reviews in Toxicology, vol. 21 n.3, 1991.

9. M. Toyoda e altri, Nerve Growth Factor and Substance P are usefull plasma markers of disease activity in atopic dermatitis, British Journal of Dermatology, 2000; 147: 71-79.

10. E. Millqvist e altri, Changes in Levels of Nerve Growth Factor in Nasal Secretions after Capsaicin Inhalation in Patients with Airway Symptom from Scents and Chemicals, Environ. Health Perspective, vol. 113 n.7, luglio 2005.

11. S.M. Caress e A.C. Steinemann, A Review of a Two Phase Population Study of Multiple Chemical Sensitivities, Environ. Health Perspectives, vol. 111 n.12, settembre 2003.

12. S.M. Caress e A.C. Steinemann, National Prevalence of Asthma of Chemical Hypersensitivity: an Examination of Potential Overlap, J Occup. Environ. Med., 2005; 47:518-522.

13. G.H. Ross, Neurotoxicity in SPECT Brain Scans fo Patients Reporting Chemical Sensitivity, Toxicology and Industrial Health, 1999; 15:415-420.

14. G. Heuser e altri, Definizione del Danno Chimico. Un Protocollo Diagnostico e Profilo di Civili Chimicamente Danneggiati, Lavoratori dell’Industria e Veterani della Guerra del Golfo, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

15. W.J. Meggs, Hypothesis for Induction and Propagation of Chemical Sensitivity Based on Biopsy Studies, Environmental Health Perspectives, 1997; vol.105 suppl.2: 473-478.

16. W.J. Meggs e C.H. Cleveland, Rhinolaryngoscopic Examination of Patients with Multiple Chemical Sensitivity Syndrome, Archives of Environmental Health, Jan/feb 1993, vol.48 n.1.

17. M.L. Pall, MCS – La fine di una controversia, dal sito dell’Università di Washington, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

18. M.L. Pall, Sensibilizzazione e Stimolazione del NMDA da parte di Perossinitrito, Ossidonitrico e Solventi Organici come Meccanismo della Sensibilità Chimica Multipla, The FASEB Journal, sett.2002, vol.16, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

19. G. McKeown-Eyssen e altri, Case-control study of genotypes in Multiple Chemical Sensitiviy: CYP2D6 NAT1, NAT2, PON1 PON2 e MTHFR, International Journal of Epidemiology, 2004:33:1-8.

20. K.R. Fabig, Multiple Chemical Sensitivity seen from Physiological and Genetic Properties of Human Populations affected by Chemical Stress, presentazione al Seminario del Workshop of the Thematic Network Sustainability Strategy (www.sustainability-strategy.net), Copenhagen 1-3 dicembre 2004.

21. G. Cortese, L. Pannicelli, G. Rao, INAIL di Caltanissetta, Le basi biochimiche e genetica molecolare delle SBS MCS e CFS, VI Convegno Nazionale di Medicina Legale e Previdenziale, Santa Margherita di Pula, 18-20 ottobre 2006.

22. AA.VV. Consenso Internazionale sulla MCS, Archives of Environmental Health, maggio/giugno 1999, vol.5 n.3: 147-149, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

23. G. Ziem, Valutazione Medica e Trattamento dei Pazienti con Sensibilità e Danni da Sostanze Chimiche, relazione presentata alla Conferenza sulla MCS a Santa Fè (New Mexico) 13-15 agosto 2001, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

24. G. Ziem, Piano di Controllo Ambientale per Pazienti Chimicamente Sensibili, dal sito www.chemicalinjury.net, traduzione a cura di A.M.I.C.A.

25. Vera DM Stejskal e altri, Metal-specific Lymphocytes: biomarkers of sensitivity in man, Neuroendocrinology Letters, settembre 1999.

26. G.H. Ross, Trestment Options in Multiple Chemical Sensitivity, Tossicology and Industrial Health, 8(4), 87-94.

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