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Un caso per la Commissione dei Diritti dell’Uomo

Silvia K. Müller
CSN – Chemical Sensitivity Network, Settembre 2007
Traduzione di Silvia Bigeschi per AMICA

I malati ambientali, persone sensibili che reagiscono a piccolissime tracce di sostanze chimiche o alle radiazioni elettromagnetiche, hanno difficoltà nella vita quotidiana e lavorativa. Persone con AIDS, allergie, asma, mal di stomaco, traumi o tubercolosi, per esempio, sempre più spesso vengono discriminate nella loro vita lavorativa (1). La loro salute e la loro capacità di lavorare dipendono dalle sostanze chimiche presenti nell’ambiente e dall’accettabilità dell’ambiente circostante. Purtroppo ancora troppo spesso incontrano incomprensione e intolleranza, sebbene la Sensibilità Chimica e l’Elettrosensibilità siano riconosciute come gravi invalidità in alcuni paesi (3, 4, 5). Nel maggio 2007, la Commissione Canadese per i Diritti dell’Uomo ha reso noto che seguirà ogni singolo caso di discriminazione nei confronti della  sensibilità ambientale nel proprio paese (2).

Reazioni diverse all’ambiente: nessuna novità

Tutti noi sappiamo ed accettiamo che, per esempio, le persone con i  capelli rossi e gli occhi blu reagiscono notevolmente alla luce del sole e si bruciano velocemente mentre le persone con la pelle scura si abbronzano. Nelle reazioni alle sostanze chimiche è più difficile raggiungere accettazione e considerazione, perché, in questo caso, una persona difficilmente può valutare un suo simile solo dalle apparenze dato che si ammala a causa di un profumo, gas di scarico, detersivi, fumo di sigaretta, pesticidi o coloranti.

Circa il 15-30% della popolazione appartiene al gruppo delle persone chimicamente sensibili che reagisce alle sostanze chimiche di uso quotidiano, con mal di testa, vertigini, nausea fino al crollo totale, in dosi che gli altri percepiscono appena o per niente (6, 16). Per le persone chimicamente sensibili conoscenza tempestiva, controllo ambientale, evitamento delle sostanze scatenanti i sintomi, disintossicazione e rigeneramento dei normali processi biologici del corpo sono la chiave per tornare in salute e mantenerla.

Ostacoli quotidiani

Com’è la vita di tutti i giorni di una persona chimicamente sensibile che viene discriminata a causa di molte limitazioni e necessità?
“Certo, viene discriminata,” dice Michael che da 10 anni soffre per la Sensibilità Chimica Multipla. “Nel mio contesto personale va bene perché ho tutte le informazioni e so come regolarmi. Non posso invece fare niente nel caso in cui un amico usi tanto profumo o fumi da provocarmi delle reazioni. Dalle autorità, però, mi sento discriminato: non ho avuto nessuna giusta comprensione. La mia condizione di invalidità è nota, inclusa la MCS. Ciò nonostante devo ascoltare parole stupide da impiegati profumati che non sono disposti ad aprire una finestra sennò sentono freddo. Io mi siedo, devo compilare un modulo e non posso più avere le idee chiare. Scrivere sembra impossibile perché il cervello va subito in crisi e i movimenti non sono corretti. In questo modo la pessima scrittura diventa motivo di critica. Concludendo in qualche modo, si ripiega il foglio, le pratiche riempiono un cassetto pieno zeppo ed è così per il resto della giornata. Io tento di fare tutto il possibile, di norma per telefono o per scritto, ma qualche volta si deve comparire proprio di persona. Percepisco già come mi discriminano soprattutto perché non posso fare niente per la mia situazione che non ho provocato e neppure lei mia ha scelto ”commenta il ragazzo danneggiato sul posto di lavoro da solventi e pesticidi”.

Malattie ambientali riconosciute come gravi invalidità

La Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è classificata con il codice sanitario T 78.4 dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS). In Germania e in qualche altro paese la malattia  può essere riconosciuta ufficialmente come invalidità (3, 4, 5).
Secondo l’ufficio informazioni del Ministero Federale per la Salute e la Sicurezza Sociale dal 14.09.2005, in Germania, la MCS è stata di nuovo inquadrata nei “Punti di appoggio per l’attività dei periti medici”. La modifica è stata apportata perché molte persone colpite da MCS si ritenevano discriminate dalla classificazione per la CFS e la MCS del 2004 e una parte dei medici ha richiesto questa modifica. Adesso, l’esistenza di un malato molto grave di MCS può venire riconosciuta con un grado di invalidità (17).
Negli USA la MCS è riconosciuta come malattia invalidante già dal 1992 dal dipartimento competente HUD. Così i malati vengono aiutati principalmente dalle autorità che rendono sempre più idonei alle loro necessità abitazioni, edifici pubblici e ambienti di lavoro. L’autorità “US ACCESS BOARD” si occupa intensivamente dei disabili con modalità che possano consentire loro di entrare negli edifici pubblici e di poter prendere parte a manifestazioni pubbliche. Con questo abbattimento delle barriere invisibili persone elettrosensibili e chimicamente sensibili possono permettersi di avere una vita pubblica.
Nella città di San Francisco, per esempio, non è consentito l’uso di sostanze profumate o fumare sigarette in nessuna riunione. Allo stesso modo, per un determinato periodo di tempo prima di una manifestazione, non vengono usati detersivi chimici o spruzzati pesticidi.
Anche in campo di formazione culturale, negli USA e in Canada si va già molto incontro alle persone chimicamente sensibili. Più di 30 Università e numerose scuole sono libere da sostanze chimiche e profumi. Questa non è una iniziativa  di facile attuazione ed è  perciò di altissima considerazione del problema.

Gli elettrosensibili hanno gravi difficoltà

Chi reagisce alla elettricità ed alle radiazioni è fortemente limitato per il continuo aumentare di questo carico e ha ancora meno possibilità di ritirarsi in luoghi – rifugio in paragone alle persone chimicamente sensibili; senza parlare dell’accettazione da parte della società e delle autorità di questa relativamente nuova sensibilità ambientale.
Meika è gravemente elettrosensibile da tre anni e, al momento, vive nella natura dove non ha reazioni avverse. “Dico che quasi nessuno sa perché sto male e che cosa ho, non un medico né l’autorità, proprio nessuno. Una persona elettrosensibile viene guardata come se fosse pazza e non si crede a niente di quello che dice. A me questo non succede più. In ogni caso non mi possono aiutare. Allora, perché poi dire che sono elettrosensibile e ricevere una fitta terribile alla testa a causa del loro cellulare?” Oppure: “Dottore sono elettrosensibile, cosa devo fare?” “No, per non sbagliarmi non faccio e non dico niente e cerco di arrangiarmi in qualche modo. Ma posso dire una cosa la mia vita è cambiata, non è cosa da poco. Ho una formazione accademica molto elevata ed ero altamente qualificata a tutti gli effetti. Non avevo problemi di soldi e la mia carriera andava dritto verso l’alto. Adesso, a volte, mi sembra di essere un barbone quando mi nascondo in una radura sperduta nel bosco e lì mi distendo a riposare su una panca per escursionisti. Ho risparmiato ancora, ma i soldi diminuiscono e poi, cosa arriva? Non lo so. Aiuto dalle autorità? Su questo non conto, io vorrei solo fare qualcosa per me”, riferisce la dottoressa in informatica che per la sua professionalità in passato ha lavorato a livello mondiale.

Alcuni paesi sono sensibili al problema dell’elettrosensibilità

In Svezia scienza ed informazione sono notevolmente avanti riguardo l’elettrosensibilità, questo ha portato ad un riconoscimento di questa malattia ambientale come invalidità nel paese scandinavo. Là ci sono già, per esempio, anche gruppi ospedalieri con reparti controllati per l’elettrosmog e liberi da radiazioni (3). Anche in USA si sta andando incontro agli elettrosensibili che possono informarsi presso assemblee pubbliche sulla fonte di carico elettrico e radioattivo nelle manifestazioni, questo è almeno un primo passo verso l’accettazione dell’esistenza di tale ipersensibilità.

Lavorare fino allo sfinimento
Vertigini, mal di testa pazzesco, la capacità di concentrazione nulla, la vista sempre più sfocata ed è sempre presto… ci sono ancora delle ore prima di smettere di lavorare. Uno scenario simile ad un incubo, purtroppo invece descrive solo la realtà: alcune persone chimicamente sensibili, idonee al lavoro, devono sopravvivere nel loro quotidiano. A casa si può confinare l’elemento che fa scattare una reazione, ma sul lavoro, nel tempo libero si dipende ogni giorno dalla benevolenza del prossimo.

Vede la collega che non rinuncia al suo profumo e alla lacca perché si sente “limitata nella sua libertà” e al padrone, invece di adottare misure drastiche, rimane solo una stanca alzata di spalle e una breve sentenza per la situazione “il posto di lavoro è dolore o dovere per i malati?” dichiara. Che ogni uomo ha il diritto di respirare aria sana per la sua incolumità spesso non interessa a nessuno.

I malati ambientali si ribellano

Quello che gli scienziati dell’università del Kent/USA hanno scoperto a questo proposito non è niente di straordinario. Frequentemente, infatti, le persone che reagiscono sensibilmente al loro ambiente vengono discriminate nella loro vita professionale allo stesso modo di persone con AIDS, allergie, asma, dolori di stomaco, traumi o tubercolosi. Tuttavia queste persone svantaggiate dalla loro sensibilità ambientale aspirano ad accordi spesso diversi dalle procedure dei disabili perché possono lavorare se non hanno restrizioni e reazioni di salute. Considerazione e adeguamento non possono aspettare, invece di arrecare angherie ed emarginazione si deve parlare della discriminazione dei disabili.

La Commissione per i Diritti dell’Uomo diventa attiva per i malati ambientali

Questa crescente tendenza a mostrare comprensione per le persone sensibili  all’ambiente fa certo sperare. In Canada si è cominciato da tempo a modificare la situazione dei malati ambientali. Questo paese, già da tempo, ha mostrato lungimiranza con la costruzione della prima clinica statale al mondo. I tempi di attesa per la clinica sono molto lunghi, ma i risultati si possono vedere. Il Canada è nuovamente un passo avanti a noi. A metà del 2007, la Commissione per i Diritti dell’Uomo Canadese ha dichiarato di difendere in particolar modo le persone con sensibilità ambientale. L’autorità si rende conto che un’alta percentuale della popolazione soffre sempre più seriamente di sensibilità ambientale. Fra questi, in primo piano, sono da comprendere le persone chimicamente sensibili e le persone elettrosensibili.
La Commissione aveva dato l’incarico di fare una panoramica di queste malattie ad uno staff di studiosi che con un rapporto di quasi cento pagine ha raggiunto le seguenti conclusioni: I malati hanno un gran numero di sintomi neurologici diversi e limitativi. Per loro è essenziale l’evitamento degli elementi scatenanti per stare meglio.
Da questo sono state dedotte le Linee Guida (2).
Linee Guida della Commissione Canadese per i Diritti dell’Uomo (CHRC):
Le persone con sensibilità ambientale hanno una serie di reazioni negative verso gli agenti in concentrazioni che sono al di sotto dei valori che danneggiano una persona normale. Questa condizione sanitaria è un ostacolo e coloro che devono vivere con questa sensibilità ambientale sono sotto la protezione del Canadian Human Rights Act (Legislazione della Commissione Canadese per i Diritti dell’Uomo) che vieta la discriminazione di un invalido. La Commissione Canadese per i Diritti dell’Uomo segue ogni domanda e ogni pratica di reclamo di persone, sia uomo che donna, che ritengono di venire discriminati a causa della sensibilità ambientale. Così per legge viene chiesto di andare incontro alle esigenze di queste persone come per quelle che hanno altri forme di invalidità.
Il CHRC sprona datori di lavoro e fornitori di servizi (alberghi, ristoranti ecc.) ad adottare iniziative proprie verso la sicurezza e che, a questo riguardo, i loro ambienti con i relativi arredamenti siano accessibili a persone con un’ampia variante di invalidità. Per l’adattamento delle persone sensibili risulta efficace esigere strategie innovative per ridurre o eliminare le esposizioni ad elementi ambientali che scatenano reazioni. Questo include: sviluppo di linee guida per l’imposizione del divieto per le sostanze profumate e l’evitamento delle sostanze chimiche; convenzioni per programmi di formazione per il raggiungimento spontaneo del rispetto delle linee guida; riduzione al minimo dell’impiego di sostanze chimiche e acquisto di prodotti poco nocivi/inquinanti; avvisi nel terreno antistante attività di costruzione o demolizione e di depurazione per i collaboratori e i clienti. Tali provvedimenti possono evitare lesioni e malattie, ridurre costi e rischi per salute e la sicurezza pubblica (2).

Il rispetto delle persone sensibili all’ambiente torna utile a tutti

Numerose autorità e istituzioni di diversi paesi che si preoccupano seriamente della particolare problematica delle persone sensibili all’ambiente e delle loro necessità, attraverso la loro intensa discussione sulla tematica sono giunte ad un importante riconoscimento:
– cosa è meglio per queste persone “sensibili”;
– cosa fa stare meglio tutte le persone colpite e aiuta così la produttività;
– cosa comporta il mantenimento della capacità lavorativa e della salute.

Rimane da sperare che questi riconoscimenti si affermino a livello mondiale.

Fonte originale:

Bibliografia

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