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Il Programma Gupta per le sindromi da ipersensibilità del sistema nervoso centrale

I meccanismi della sopravvivenza

Vorrei invitarvi fare una riflessione: perché noi esseri umani siamo qui? Non intendo dal punto di vista filosofico, ma dal punto di vista biologico ed evolutivo. La medicina ha dato due tipi di risposte: una risposta appartiene al campo della psicologia e una risposta appartiene al campo della fisiologica e della medicina vera e propria.

Il punto centrale è che il cervello non fa alcuna distinzione fra le risposte di protezione emotiva e quelle di protezione fisiologica. Il cervello agisce per creare una protezione e una difesa del corpo.

Sono due le strutture cerebrali responsabili di questa risposta ai pericoli: l’amigdala e la corteccia insulare. Entrambe fanno parte del sistema limbico e sono deputate alla gestione degli stimoli esterni per proteggerci.

La mia teoria prevede che l’amigdala e la corteccia insulare lavorino insieme e si condizionino a vicenda.

La ricerca ha trovato che nella Sensibilità Chimica Multipla si trovano altre anomalie delle strutture cerebrali: l’ippocampo, la corteccia pre-frontale, la corteccia orbitale e il cingolato anteriore.

Il sistema nervoso centrale autonomo

La corteccia insulare ha il ruolo di produrre un contesto importante dal punto di vista emotivo per quanto riguarda un’esperienza sensoriale, ma si occupa anche di valutare le sensazioni in base alla loro portata.

Il ruolo principale dell’amigdala è quello di rilevare le minacce e di trovare un modo per poter farvi fronte.

Il cingolato anteriore ha il compito innanzitutto di focalizzare l’attenzione e di inibire i segnali che arrivano al cervello.

Uno dei compiti dell’ippocampo è quello di ricordare i segnali chimici ricevuti in precedenza.

La difesa dal pericolo

Quando il cervello è in stato di ipereccitazione diventa estremamente attento e, quando avverte la presenza di un pericolo, attiva una risposta infiammatoria.

Il cervello può essere paragonato ad una “scatola nera”: sappiamo che cosa entra e che cosa esce, ma per quanto riguarda i meccanismi all’interno di questa scatola nera possiamo solo fare delle ipotesi. Sappiamo che i segnali chimici entrano nella scatola nera e al suo interno il sistema limbico e la corteccia lavorano insieme e prendono delle decisioni sulla risposta di difesa più opportuna da intraprendere.

Ho realizzato un modello che può spiegare come vengono attivate alcune patologie: la Sindrome da Fatica Cronica, la Sensibilità Chimica Multipla e la Fibromialgia.

Il ruolo dell’amigdala nella Sensibilità Chimica

Ho ipotizzato tre possibili fattori scatenanti per la Sensibilità Chimica Multipla:

  • un’esposizione chimica, come un’esposizione al mercurio per esempio,
  • una vulnerabilità o una predisposizione genetica
  • una compromissione del sistema detossificante e antiossidante.

Quando ci troviamo di fronte ad un’esposizione chimica o ad una vulnerabilità genetica, il cervello decide di attivare la modalità di “superdifesa“. Ritengo, inoltre, che lo stesso processo venga ingigantito quando la persona si trova in uno stato di forte stress psicologico.

Questo spiega quello che chiamo il “condizionamento della corteccia insulare e dell’amigdala“, ovvero il cervello decide di considerare pericolosa una sostanza chimica anche a piccole dosi, se c’è il “ricordo” di una esposizione importante alla stessa sostanza.

Questo evento condizionante può avvenire ripetutamente o una tantum. A partire da quel momento scatta un circolo vizioso che crea uno stato di ipereccitazione del corpo che lo protrae nel tempo. Così anche una piccola esposizione stimola il sistema nervoso simpatico e stimola una risposta immunitaria che a sua volta causa lo stress ossidativo e produce i sintomi della MCS. Ogni risposta di difesa stimola a sua volta sempre più i meccanismi di difesa e li ipersensibilizza.

La MCS è sicuramente una malattia organica, con dei sintomi fisici veri e propri, tuttavia il software determina sintomi unici che scaturiscono dall’evento condizionante che è a monte della malattia stessa. Esistono delle prove per tutto quello che sto affermando. Secondo comprendere la MCS è come fare un puzzle: conosciamo tutti i tasselli e ora bisogna vedere il quadro nell’insieme.

Ipersensibilità neuronale

Ho raccolto tutta una serie di evidenze scientifiche sulla MCS secondo le quali l’amigdala è alla base della malattia, come i lavori del prof. Marco Alessandrini e del dott. Watanabe in Giappone.

Gli studi su animali del dott. Pachero Lopez in Messico dimostrano, inoltre, che esiste un condizionamento dell’amigdala e della corteccia insulare in risposta a delle minacce immunologiche. Nelle sue ricerche sono stati somministrati per via orale a delle cavie degli immunosoppressori insieme a dell’acqua dolce che hanno prodotto una inibizione del sistema immunitario. Questo esperimento è stato ripetuto per cinque o sei volte ed è stato riscontrato che, in seguito, il sistema immunitario reagisce anche alla semplice somministrazione di sola acqua dolce.

Ulteriori studi hanno riscontrato che la fonte del condizionamento è l’amigdala insieme alla corteccia insulare. Questo dimostra che il sistema immunitario può essere condizionato.

Pertanto nella MCS, quando il paziente rileva delle piccole dosi di una sostanza chimica, si produce uno stimolo condizionato, il cervello reagisce come fosse ancora presente la minaccia originale. I meccanismi inibitori del cingolato anteriore e della corteccia prefrontale e orbitale non sono più in grado di far fronte a questa superstimolazione.

Questo modello spiega l’esperienza che molti pazienti con MCS riportano, ovvero dicono di stare male fisicamente e di sentirsi anche minacciati e vulnerabili. Questo accade perché il cervello non fa alcuna distinzione tra la parte psicologica e quella fisiologica.

A questo punto dobbiamo farci una domanda molto importante: questa malattia è dovuta a problemi di software o di hardware? Potrebbero esserci entrambi i problemi. Se ci occupiamo dell’hardware andiamo a curare solo i sintomi, ma forse se trattiamo anche il software si può arrivare al cuore della malattia. Basta solo “installare un nuovo software”.

Il processo di guarigione

La mia ipotesi è che il cervello può essere ricondizionato e che sia possibile rafforzare i meccanismi inibitori delle aree corticali.

Al momento abbiamo pubblicato due studi sull’efficacia del Programma Gupta su pazienti affetti dalla Sindrome da Fatica Cronica e dalla Fibromialgia e abbiamo visto che la rieducazione dell’amigdala dona un grandissimo beneficio ai pazienti.

Visto che il nostro trattamento non prevede la somministrazione di farmaci, né interventi chirurgici, qualcuno si chiede se consideriamo questa malattia di tipo psicologico. La risposta è no. Noi proponiamo un processo cognitivo, ripetitivo in grado di rieducare il cervello.

La buona notizia è che molti pazienti in tutto il mondo sono guariti dalla MCS o parzialmente guariti grazie a questi processi di rieducazione del cervello che sicuramente dovranno essere comunque studiati più a fondo.

Discorso di Ashok Gupta al Convegno Scientifico Internazionale sulla Sensibilità Chimica Multipla organizzato dall’Associazione AMICA alla Camera dei Deputati il 15-16 gennaio 2015.

Clicca qui per un elenco di testimonianze di persone guarite dalla Fibromialgia, dalla Sensibilità Chimica Multipla, dalla Sindrome da Fatica Cronica e da intolleranze alimentari.

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