L’Europa sta preparando una proposta di legge chiamata “Gigaherts Infrastracture Act” (GIA) che intende liberalizzare il posizionamento delle antenne, stabilendo addirittura per l’industria un “diritto di installazione” cioé un diritto a posizionare le antenne dove meglio crede, addirittura con la procedura del silenzio-assenso.
Questo principio di estrema facilitazione delle installazioni già è in vigore per l’industria dell’energia per installare le linee dell’alta tensione.
Si arriverà all’esproprio o all’obbligo di cedere l’uso dei lastrici solari, dei terrazzi o dei terreni anche per le antenne dell’industria delle telecomunicazioni?
L’Italia si è comportata bene ed è stato l’unico paese membro dell’UE ad aver risposto all’invito di inviare un commento. Il rapporto presente sul sito della Camera dei Deputati sulla GIA è incentrato prevalentemente sul fatto che, con questa proposta di legge europea, gli enti locali verrebbero privati di alcune loro prerogative fondamentali nello scegliere dove posizionare le antenne.
L’aspetto più interessante da osservare è ciò che viene omesso in questa proposta di legge, per esempio:
- le misure precauzionali riguardo i soggetti sensibili, come bambini, donne in gravidanza (si è visto che i bimbi nati da madri che hanno usato il cellulare in gravidanza hanno un rischio maggiore di soffrire di problemi comportamentali), malati cronici, malati di tumore, anziani, elettrosensibili;
- il diritto degli aninali e delle piante di non essere irradiati, ovvero la necessità di preservare alcune zone naturali dall’irraggiamento da radiofrequenza che ha effetti biologici noti (come alterazioni del DNA e aumento dello stress ossidativo) che possono danneggiare la fertilità e la biodiversità delle specie.
La rete Europeans for Safe Connections (Europei per Connessioni Sicure) ha creato un gruppo di lavoro per segnalare queste istanze alle istituzioni europee.