Prof. Fausto Bersani Greggio
Il corpo umano è sostanzialmente una macchina elettrica che rispetta le leggi della fisica. Il corpo umano è sostanzialmente una macchina elettrica che rispetta le leggi della fisica. L’impronta di tali leggi è riconoscibile nell’ambito della fisiologia umana, ad esempio, quando nell’organismo, o in sue parti, intervengono modificazioni a seguito di interazioni con l’ambiente esterno.In particolare mi sono recentemente occupato del rapporto stimolo – risposta pubblicando una ricerca, divisa in due parti, che il lettore può trovare integralmente sul sito della rivista on-line “Scienza e Conoscenza”:
[1] https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/l-impronta-dell-entropia-nella-fisiologia-umana-prima-parte
[2] https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/l-impronta-dell-entropia-nella-fisiologia-umana-seconda-parte
In questa sede mi limito a riassumerne i contenuti essenziali partendo dall’aspetto più immediato della questione, ossia dagli organi di senso i quali rappresentano la base biologica della percezione. Nell’uomo essi completano la loro maturazione entro i primi 4-5 mesi di vita e la loro funzione è quella di registrare i cambiamenti che avvengono nell’ambiente e trasmetterli al cervello. Ogni organo di senso comporta una trasduzione, ossia la modificazione di un tipo di energia presente nell’ambiente (ad esempio onde luminose o sonore) in segnali neuronali, ossia un altro tipo di energia. Tuttavia il concetto di stimolo è assai più ampio. Infatti non è relegato unicamente ad energia in grado di suscitare una risposta rapida a livello dei recettori degli organi di senso, quanto piuttosto ad ogni tipo di bioricettore. Potrebbero essere coinvolti complessi meccanismi, non solo quelli preposti alla raccolta e all’elaborazione di informazioni in tempi molto brevi. E’ noto che esistono effetti, anche patologici, che sorgono a distanza di tempo senza un preavviso sensoriale. Una sollecitazione silente che tuttavia potrebbe comportare un aumento del rischio sanitario a causa di una sorta di effetto di accumulazione nel tempo. A questo punto ho provato ad applicare queste valutazioni ad una serie di studi epidemiologici¹ volti a verificare l’ipotesi di incidenza di leucemia infantile per esposizioni a campi magnetici generati da linee elettriche in bassa frequenza (50 Hz). Nel corso della mia ricerca bibliografica, che ha coinvolto 20 pubblicazioni apparse dal 1993 al 2010, è stato preso in considerazione, come parametro statistico, il cosiddetto Rapporto di disparità (Odds Ratio = OR). l suo significato si può facilmente chiarire con un esempio: se in un’indagine risulta che il 12% dei fumatori e il 4% dei non fumatori si ammalano di broncopolmonite in un periodo di osservazione di dieci anni, il fattore OR si ottiene confrontando il rapporto tra individui colpiti dall’evento e individui non colpiti, selezionati tra gli esposti, ed il corrispondente rapporto tra i non esposti. Nell’esempio precedente, tra i fumatori il rapporto è 12/(100-12), ossia 3/22, mentre tra i non fumatori risulta 4/(100-4), ossia 1/24; pertanto si ha che OR = 3/22 : 1/24 = 72/22 = 3,27. Quando il fattore OR è pari a 1 l’esposizione non ha alcuna influenza sul rischio, siamo cioè in condizioni di soglia, quando risulta maggiore di 1 il rischio aumenta con l’esposizione, se invece è inferiore a 1 l’esposizione ha un ruolo protettivo. I dettagli dell’analisi statistica che ho condotto sono reperibili collegandosi al mio sito:
https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnx1bmFzdm9sdGFpbmZpc2ljYXxneDoyNTM3YTVhZTdhMzY4ZjQx
Mediando la variabile di rischio OR ottenuta nei vari studi e mettendola in relazione con il campo magnetico, espresso in microTesla, a cui erano esposti a livello residenziale campioni della popolazione in età pediatrica, si ottiene un andamento crescente (di tipo logaritmico) del fattore OR all’aumentare del campo magnetico (indicato con B) con una soglia minima che si co<lloca intorno a 0,2 uT (microTesla), esposizione che fornisce un OR = 1 (v. Fig.1)
Una valutazione statistica dettagliata dimostra che la probabilità che le due variabili, OR ed il campo magnetico, forniscano con questi dati una “falsa correlazione positiva” è solo del 2,5%. Secondo gli standard statistici questa correlazione viene definita significativa.
Infine un ulteriore aspetto rilevante che emerge da questa ricerca riguarda il confronto con i parametri espositivi previsti in Italia dal vigente DPCM 08/07/2003.
Sulla base del legame emerso tra OR e campo magnetico, si estrapolano fattori di rischio tutt’altro che rassicuranti: il valore di attenzione di 10 microTesla, previsto dalla normativa, comporterebbe un OR = 18, mentre all’obiettivo di qualità di 3 microTesla corrisponderebbe ad un fattore OR = 13, risultati abbondantemente maggiori di 1 che non possono dirsi esattamente in linea con il Principio di Precauzione.
[1] L’epidemiologia consiste nell’osservazione delle frequenze e della distribuzione delle patologie nelle popolazioni umane ricercando eventuali rapporti di causalità con agenti esterni.