Tratto da un articolo di Dieter Weirauch – 5 febbraio 2009 – Medizin
Traduzione a cura di A.M.I.C.A.
Nell’aria c’è sempre un profumo: ormai le colonne o i climatizzatori che lo emanano nell’aria sono ovunque. I gestori lo chiamano Marketing del profumo, serve ad invogliare all’acquisto, ma in molte persone scatena una vera e propria allergia alle sostanze profumate. In Germania i profumi sono il secondo gruppo di allergeni dopo nichel e cobalto.
Il prof. Fuchs ha dichiarato al Consiglio dell’Associazione dei medici allergologi tedeschi che più di un milione di persone soffrono per un’allergia o intolleranza ai profumi. Sostanze allergeniche profumate come isoeugenolo e cinnamaldeide sono presenti nei rinfrescanti per l’aria, in molti cosmetici e nei detergenti per la casa. Si possono trovare perfino in alimenti, bevande e nel tabacco.
In molti pazienti allergici o con disturbi respiratori, i profumi provocano insufficienza respiratoria, attacchi di tosse, naso e occhi sempre irritati. Secondo il prof. Fuchs non c’è differenza fra aromi naturali e sintetici, per queste persone non ci devono essere profumi nell’aria altrimenti hanno reazioni.
Molti commercianti ritengono che i “buoni odori” stimolino le vendite e quindi i profumi ambientali si trovano in molti negozi. In un negozio di cristalli Swarovski hanno incrementato le vendite del 15% proprio grazie ai profumi. Il Ministero dell’Ambiente osserva con preoccupazione lo sviluppo dell’impiego di sostanze profumate. Richiama l’attenzione sul fatto che la maggior parte delle 3000 sostanze utilizzate non è mai stata testata con prove di inalazione. Solo 26 sostanze hanno un contrassegno di riconoscimento. I produttori si richiamano alle Linee Guida della loro organizzazione IFRA – International Fragrance Regulation – un organo di autocontrollo volontario.
Secondo la signora Scherrmann, preside in pensione, che soffre da 20 anni di intolleranza ai profumi, l’obbligo di dichiarazione è assolutamente inadeguato. Sul sito www.soger-world.org – fa attivismo contro l’industria del profumo e ne promuove un divieto generale.
I pochi studi pubblicati confermano che gli spray per pulire aumentano il rischio di sviluppare l’asma. Il dr. Jan-Paul Zoch, dell’Istituto Municipale per le Ricerche Mediche di Barcellona, ha osservato in uno studio con 3500 partecipanti che in chi usa deodoranti o spray per pulire per tre giorni alla settimana il rischio di sviluppare l’asma aumenta fino al 40%. Con l’uso regolare di questi prodotti per 4 fino a 7 giorni a settimana, il rischio aumenta fino al 70%.
Anche fra gli stessi medici non c’è sempre la consapevolezza del problema. Alcuni medici dicono che i loro pazienti non hanno problemi, ma se li creano perché magari hanno paura dell’aroma arancio e per questo evitano anche gli altri odori. L’Associazione tedesca per l’asma e le allergie lo ritiene un atteggiamento irresponsabile.