Comunicato Stampa a cura del Gruppo di Lavoro ISDE sui Pesticidi
Il 20 Marzo 2015, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha pubblicato su Lancet Oncology (edizione on-line) una sintesi della valutazione di cancerogenicità dei seguenti pesticidi organofosforici: tetraclorvinfos, paration, malation, diazinon, glifosate. Il report completo sarà oggetto del Volume n. 112 della monografia.
L’erbicida glifosate e gli insetticidi malation e diazinon sono stati formalmente inseriti nel gruppo 2A, in quanto classificati come “probabili cancerogeni per l’uomo”. Gli insetticidi tetraclorvinfos e paration sono stati formalmente inseriti nel gruppo 2B, in quanto classificati come “possibili cancerogeni per l’uomo”.
Il glifosate è l’erbicida più utilizzato al mondo, e lo si ritrova con un’alta frequenza nelle acque superficiali in concentrazioni superiori ai limiti di sicurezza. Nel 2012, nelle acque superficiali italiane, il glifosate e il suo metabolita AMPA, il cui monitoraggio viene effettuato solo in Lombardia, sono stati rilevati nei campioni idrici con frequenze rispettivamente del 18% e del 47%. Questo erbicida viene oggi impiegato per usi agricoli e non agricoli (domestici, industriali, urbani, ecc.), ed è presente nel 10,9 % dei campioni alimentari controllati a livello europeo(EFSA 2014).
La IARC ha valutato e decretato la cancerogenicità del glifosate sulla base di studi epidemiologici svolti prevalentemente su agricoltori degli Stati Uniti, del Canada e della Svezia. Tali studi sono stati pubblicati nella letteratura scientifica a partire dal 2001, anche se, già nel 1985, l’EPA (l’Agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti) aveva segnalato il glifosate come “possibile cancerogeno” a seguito dei risultati di indagini di tossicologia sperimentale. Anche gli effetti osservati negli ecosistemi naturali, inoltre, da molti anni evidenziano un sorprendente aumento di mortalità in alcune faune selvatiche esposte all’erbicida.
Il diazinon lo si ritrova nelle acque italiane superficiali e profonde (Rapporto ISPRA 2014), ma anche negli alimenti con valori talora superiori ai limiti di sicurezza (EFSA 2014). La IARC ha decretato la sua cancerogenicità e genotossicità sulla base di studi epidemiologici prevalentemente svolti su agricoltori degli Stati Uniti e del Canada, anche questi pubblicati a partire dal 2001.
Il malation è un insetticida ritirato dal mercato in Europa, ma in alcuni casi viene ancora rilevato sia nelle acque superficiali-profonde (Rapporto ISPRA 2014), sia negli alimenti talora a concentrazioni superiori ai limiti di sicurezza (EFSA 2014).
Il tetraclorvinfos è bandito in Europa ed è classificato come “possibile cancerogeno” soprattutto per gli effetti tossicologici evidenziati dagli studi sperimentali.
Il paration non è più autorizzato sia in Europa che negli Stati Uniti, ed è anch’esso classificato come “possibile cancerogeno” per via dei dati tossicologici evidenziati dagli studi sperimentali.
ISDE Italia osserva che già la Monografia IARC 53, pubblicata nel 1991, classificava come “probabile cancerogeno per l’uomo” l’esposizione occupazionale a insetticidi non arsenicali (categoria 2A). Da allora, almeno 21 pesticidi (organoclorurati, organofosforici, carbammati ed erbicidi fenossiacidi, triazinici) sono stati identificati dagli studi epidemiologici per la loro pericolosità.
Una mole crescente di evidenze scientifiche, sia sperimentali che epidemiologiche, documenta che l’esposizione cronica ai pesticidi può essere all’origine di alterazioni a carico di svariate strutture dell’organismo umano. Tra queste, i sistemi nervoso, endocrino, immunitario, riproduttivo, renale, cardiovascolare e respiratorio.
Nel Position Paper sui pesticidi appena pubblicato (disponibile on line al link www.isde.it/wp-content/uploads/2015/03/2015-03-Position-Paper-PESTICIDI-finale.pdf), ISDE Italia raccomanda particolare attenzione alle istituzioni pubbliche e ai cittadini. Ogni consumatore, infatti, può adottare comportamenti alimentari responsabili e misure molto semplici per ridurre l’esposizione ai pesticidi, minimizzando al tempo stesso i rischi per sé e per i propri congiunti.
Poiché le prove di tossicità acuta e cronica di tanti pesticidi studiati fino a oggi sono scientificamente solide, è necessaria l’adozione di rigorose misure di protezione e prevenzione in attesa che tali sostanze vengano definitivamente vietate. Per tutte le sostanze i cui effetti siano ancora poco chiari, in fase di studio, o del tutto sconosciuti, sussistono i presupposti per una regolamentazione più severa e ispirata al Principio di precauzione.
Arezzo, 26 Marzo 2015
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