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Dubbi sui lavori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la valutazione dei rischi per la salute connessi alla radiofrequenza

Il 21 giugno 2017 la rivista scientifica International Journal of Oncology ha pubblicato una critica del Dott. Lennart Hardell sulla revisione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta per pubblicare sugli effetti nocivi delle radiazioni emesse dai dispositivi di comunicazione senza fili, ovvero della radiofrequenza. Il medico svedese Hardell, il ricercatore più eminente al mondo sui rischi di tumore del cervello connessi all’uso a lungo termine dei telefoni cellulari, ha analizzato la storia del progetto Campi Elettromagnetici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la relazione dell’OMS con l’associazione privata di scienziati Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) e le relazioni che entrambe le organizzazioni hanno con l’industria militare, dell’energia e delle telecomunicazioni.
Il Dott. Hardell nel suo scritto ha criticato il fatto che l’OMS si sia affidata negli anni ai membri dell’ICNIRP per effettuare la revisione degli studi scientifici sugli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni da radiofrequenza e che non sempre queste valutazioni erano cautelative. Secondo molte voci critiche, compresi alcuni politici del Consiglio d’Europa, non ci sono prove che l’ICNIRP sia un’associazione di scienziati indipendenti e curiosamente l’ICNIRP minimizza da anni le prove degli effetti biologici dovuti alle esposizioni a bassi dosi non in grado di produrre un riscaldamento della materia vivente, anche detti “effetti non termici”.

Gli effetti biologici non termici dei campi elettromagnetici rappresentano il vero spartiacque intorno al quale si divide la comunità scientifica. Gli scienziati indipendenti li ritengono così importanti da richiedere un’abbassamento degli attuali standard di esposizione ai campi elettromagnetici. Tra questi ci sono gli scienziati della Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici (ICEMS), che nel 2010 hanno pubblicato una voluminosa monografia sugli effetti non termici dei campi elettromagnetici ha scosso la comunità scientifica perché dimostra che anche bassi livelli di esposizione hanno effetti biologici importanti.

L’ICNIRP, invece, si concentra da sempre solo sugli effetti del riscaldamento a breve termine prodotto dai campi elettromagnetici, ma il riscaldamento avviene solo per livelli di esposizione molto alti, mentre anche a livelli di esposizione bassi si osservano effetti biologici che sono indicatori di un rischio per la salute. Così facendo da anni l’ICNIRP promuove delle linee guida per l’esposizione a radiofrequenza che permettono esposizioni anche di 61 V/m e sono, secondo il Dott. Hardell, circa 300.000 volte più permissive di quanto non sia necessario. Queste norme purtroppo hanno influenzato i limiti di legge di molti paesi, come per esempio la Francia o gli Stati Uniti.

In Italia, invece, il Prof. Livio Giuliani che faceva parte della Commissione Istututo Superiore di Sanità e ISPESL incaricata di decidere sui limiti di sicurezza, si impose affinché fossero presi in considerazione anche gli effetti non termici dei campi elettromagnetici e, in effetti, fu stabilito il limite di esposizione di 20 V/m per le esposizioni acute e di 6 V/m per le esposizioni nei luoghi dove si permane per più di 4 ore. Il Dott. Giuliani attualmente è il portavoce dell’ICEMS e si batte per il riconoscimento degli effetti dei campi elettromagnetici a basse dosi anche in ambito terapeutico.

Va ricordato che già nel maggio 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato le radiazioni da radiofrequenza (RF) come “possibili cancerogeno per l’Uomo” nel Gruppo 2B perché gli studi epidemiologici umani hanno fornito le prove di un aumento del rischio di amalarsi di glioma e di neuroma acustico tra gli utilizzatori del cellulare. Negli anni successivi sono stati pubblicati altri studi epidemiologici, sugli animali e altri studi sui meccanismi biologici che rafforzano le prove di questo rischio. Ciononostante nella maggior parte dei paesi è stato fatto poco o niente per ridurre l’esposizione della popolazione alle radiazioni da radiofrequenza e per educare le persone sui pericoli per la salute derivanti da queste radiazioni.

Paralelamente, però, i livelli ambientali delle radiazioni sono aumentati a causa della installazione di nuove antenne dei cellulari, di postazioni Wi-Fi nelle scuole, negli ospedali, nei centri commerciali, negli uffici e nelle abitazioni e anche per l’utilizzo dei cosiddetti “smart meters”, ovvero dei contabilizzatori dei consumi energetici che funzionano senza fili.

Nel 2014 l’OMS ha lanciato il progetto di realizzare una monografia sui campi elettromagnetici da radiofrequenza e l’ha aperta ai commenti pubblici.
Nel suo scritto il Dott. Hardell ricorda che è stato scoperto che cinque dei sei membri del gruppo centrale (Core Group), responsabile del progetto, affiliati all’ICNIRP non avevano fatto una corretta valutazione degli studi scientifici per quantificare il rischio per la salute. Questo ha provocato molti commenti inviati all’OMS. Anche AMICA ha scritto all’OMS per richiedere che venisse considerata l’importanza di prendere in considerazione gli effetti non termici delle esposizioni elettromagnetiche a basse dosi e che ci si affidasse ad esperti indipendenti legati all’ICEMS piuttosto che all’ICNIRP.

Ciononostante in una riunione del 3 marzo 2017 presso l’Ufficio dell’Organizzazione di Ginevra, è stato dichiarato che l’OMS non intende cambiare il Gruppo di lavoro su questa monografia. Ancora una volta si sospetta che il problema del conflitto di interessi impedisca agli organismi sanitari internazionali di prendere le posizioni cautelative che si rendono necessarie se si fa una valutazione indipendente degli studi scientifici pubblicati sul rapporto tra rischi per la salute, non solo tumori, ed esposizione a radiofrequenza.

Il Dr. Hardell con il suo scritto ha voluto sollecitare i cittadini, le associazioni e l’intera comunità scientifica “ad esercitare delle pressioni politiche per cambiare la posizione dell’OMS sulle radiazioni da radiofrequenza e affinché decida che lo scopo dell’OMS sia quello di sostenere la salute mondiale anziché gli interessi dell’industria”.

Clicca qui per leggere lo studio originale del Dott. Hardell (in inglese).

Recensione a cura di Francesca Romana Orlando, giornalista e vice presidente di AMICA che ha parlato di questi conflitti di interessi nel suo libro “Il cerchio perfetto”, seconda edizione a cura di Andromeda Edizioni.

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