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Effetti dell’esposizione della testa a campo elettromagnetico di 37 Hz

Recensione di Treeshe de France, Our Toxic Times, ottobre 2006
Traduzione a cura di A.M.I.C.A. www.infoamica.it

Articolo originale:
“Human Head Exposure to a 37Hz: Effects on blood pressure, somatosensory perception, and related parameters di Sergio Ghione, C. Del Seppia,  L. Mezzasalma, M. Emdin, P. Luschi  Bioelectromagnetics, Vol. 25 (2004), pag.167–175

Diversi studi indicano che l’esposizione ad un campo elettromagnetico di 37Hz, ad una densità di 80mT, aumenta la percezione degli stimoli di dolore. In due studi precedenti gli autori hanno osservato che l’esposizione ad un campo elettromagnetico casualmente sinusoidale ad una frequenza inferiore ad 1Hz è stata associata negli umani a iperalgesia (accresciuta percezione del dolore) e ad una soglia del dolore più bassa.

E’ stata osservata anche una soppressione della ipoalgesia indotta da stress nei topi dopo l’esposizione ad un campo elettromagnetico di 37Hz oscillante regolarmente con forme sinusoidali o quadrate. L’obiettivo di questo studio era ricercare gli effetti di un campo elettromagnetico a 37Hz sulla percezione del dolore, sulle funzioni cardiovascolari e sugli ormoni dello stress negli umani. I risultati hanno evidenziato un’alterazione della sensibilità al dolore e suggeriscono che tali effetti possano essere associati ad anomalie nella regolazione cardiovascolare.

Esistono importanti relazioni tra la pressione sanguigna e la percezione degli stimoli dolorosi. Queste funzioni condividono gli stessi centri nervosi. Le stesse aree cerebrali coinvolte nella modulazione del dolore influenzano anche la pressione sanguigna. La pressione alta è associata ad una diminuzione delle sensibilità al dolore. Le evidenze indicano che tale relazione sia parte di un sistema più complesso di risposte coordinate allo stress che comprende cambiamenti sia nella pressione sanguigna sia nella percezione del dolore.

E’ stato riportato che la regolazione cardiovascolare sia influenzata dall’esposizione ad ambienti con campi elettromagnetici alterati che possono influire anche sui livelli degli ormoni dello stress. I tredici soggetti maschi sono stati fatti sedere con una coppia di sorgenti parallele intorno alla testa, che erano connesse ad un generatore impostato per produrre onde quadrate a 37Hz. Ciascun soggetto è stato sottoposto a due sessioni da 60 minuti a distanza di 1-2 settimane. Una sessione era di vera esposizione a onde magnetiche, l’altra era senza alcuna esposizione reale.

Prima dello studio è stato applicato ai soggetti un registratore elettrocardiografico (ECG) ed è stata misurata la soglia cutanea di sensibilità al dolore con stimolo elettrico ed è stato prelevato loro il sangue. Ogni tre minuti sono stati misurati la pressione del sangue e il battito cardiaco. Subito dopo la fine di ogni sessione veniva misurata di nuovo la soglia del dolore e prelevato nuovamente anche il sangue, che è stato usato per misurare i livelli delle catecolamine, delle betaendorfine e del cortisolo.

Alla fine di ogni sessione è stato chiesto al soggetto di dare un breve resoconto della percezione del proprio stato di benessere, usando una scala dal “massimo stato di benessere” al “massimo disagio”.

Per determinare le misurazioni cutanee della sensibilità al dolore è stato usato uno stimolatore elettrico che rilasciava impulsi attraverso elettrodi sulla pelle del soggetto. I partecipanti sono stati istruiti a riferire quando iniziavano a sentire una sensazione che: 1) sembrava come un leggero pizzicorio (soglia di percezione); 2) iniziava a disturbare (soglia del disturbo); 3) iniziava a fare male (soglia del dolore); 4) iniziava ad essere così dolorosa da dover essere interrotta (soglia di tolleranza).

Mentre la percezione del dolore era molto simile tra i vari soggetti prima delle due sessioni, i risultati dei test per le quattro soglie cutanee dimostravano una tendenza verso la diminuzione nelle soglie della percezione e del disturbo. C’era un effetto di diminuizione significativa per le soglie del dolore e di tolleranza. Nell’esposizione simulata non c’era alcuna differenza significativa per ciascuna soglia.

Durante l’esposizione al campo elettromagnetico è emerso un effetto di notevole aumento delle misure della pressione diastolica e sistolica. Non è stato osservato alcun effetto sul battito cardiaco, ma c’era un effetto principale nella sequenza sia nella sessione simulata sia in quella con la vera esposizione. C’era una leggera diminuizione del battito cardiaco accompagnata da un aumento nella componente in bassa frequenza del battito.

La componente in alta frequenza della variabilità del battito aumentava progressivamente durante la sessione simulata, rimanendo costante durante l’esposizione magnetica. Tale componente è un indice dell’attività del sistema parasimpatico e ci si aspetterebbe che aumentasse durante l’esposizione simulata. C’era una mancanza di aumento di questa componente concomitante alla riduzione del battito cardiaco durante l’esposizione reale al campo elettromagnetico.

I risultati dell’analisi del sangue hanno dimostrato un effetto principale significativo nella sequenza di adrenalina e cortisolo: un’importante diminuizione dell’adrenalina in entrambe le sessioni e una diminuizione del cortisolo solo nella sessione simulata. Non c’era alcuna differenza nel punteggio dello stato di benessere tra le due sessioni. Sotto esposizione simulata, la soglia del dolore e la pressione sanguigna rimanevano inalterate, mentre il battito cardiaco diminuiva e i livelli di adrenalina e cortisolo scendevano lievemente.

Considerati insieme, questi aspetti suggeriscono che durante i test i soggetti vivevano un lieve rilassamento. Sotto esposizione elettromagnetica le soglie cutanee diminuivano, la pressione sanguigna sistolica aumentava, l’adrenalina scendeva e il cortisolo rimaneva inalterato”. Tali parametri suggeriscono che l’esposizione a campo elettromagnetico induca un sottile disturbo nello stato psicofisiologico, come indicato da: 1) aumento della sensibilità al dolore; 2) leggera crescita della pressione sanguigna; 3) mancata riduzione del cortisolo; 4) risposta anormale nella variabilità del battito cardiaco consistente nel mancato aumento della sua componente parasimpatica, nonostante la progressiva riduzione del battito cardiaco.”

Gli effetti del campo elettromagnetico sulla percezione del dolore sono stati osservati in varie specie, dagli invertebrati ai mammiferi, suggerendo che tale fenomeno coinvolga funzioni ampiamente conservate attraverso il regno animale. Alcuni studi suggeriscono che l’accresciuta percezione del dolore (iperalgesia) possa essere correlata ad oppioidi endogeni, forse con il coinvolgimento anche della melatonina e del sistema delle bendodiazepine.

I risultati degli studi sul sistema cardiovascolare non sono concordi. La variabilità del battito cardiaco è stata usata in diversi studi come misura dell’equilibrio del controllo cardiaco autonomo. Comunque i risultati sono discordanti e le scoperte – di nessun aumento nella componente in alta frequenza del battito cardiaco – non aiutano a chiarire il funzionamento di tale sistema durante l’esposizione a campo elettromagnetico.

Nessuno studio precedente ha osservato la pressione cardiaca sotto esposizione a campo elettromagnetico nelle frequenze estremamente basse; sono stati riportati aumenti della pressione fuori da questo range. Poiché lo stress può far aumentare la pressione, una possibile spiegazione per tale effetto ipertensivo potrebbe essere che l’esposizione a campo elettromagnetico crei una situazione n qualche modo stressante. Tuttavia, l’aumento della pressione sanguigna è generalmente associato ad una diminuizione nella sensibilità al dolore, mentre in questo studio tale sensibilità era aumentata.

Questa inusuale dissociazione è accompagnata dall’inconsistenza della risposta del battito cardiaco, che diminuiva ugualmente nell’esposizione reale e in quella simulata. Nella prima, però, la diminuizione del battito cardiaco non è accompagnata da una riduzione del cortisolo, ma da un’attivazione della direttrice parasimpatica, come evidenziato dalla componente della variabilità del battito cardiaco. Queste scoperte bizzarre suggeriscono una qualche anomalia nella direttrice parasimpatica, che richiede ulteriori ricerche.

“Nonostante sia difficile iscrivere quanto osservato in un’interpretazione univoca, la maggior parte dei dati sembrano fare riferimento ad una mancanza di rilassamento o ad un leggero aumento dello stress o dell’ansia durante l’esposizione elettromagnetica, come suggerito dai cambiamenti nella percezione del dolore, dall’aumento della pressione sanguigna e dalla mancata riduzione del cortisolo.”

Articolo originale:

“Human Head Exposure to a 37Hz: Effects on blood pressure, somatosensory perception, and related parameters di Sergio Ghione, C. Del Seppia, L. Mezzasalma, M. Emdin, P. Luschi Bioelectromagnetics, Vol. 25 (2004), pag.167–175

Diversi studi indicano che l’esposizione ad un campo elettromagnetico di 37Hz, ad una densità di 80mT, aumenta la percezione degli stimoli di dolore. In due studi precedenti gli autori hanno osservato che l’esposizione ad un campo elettromagnetico casualmente sinusoidale ad una frequenza inferiore ad 1Hz è stata associata negli umani a iperalgesia (accresciuta percezione del dolore) e ad una soglia del dolore più bassa. E’ stata osservata anche una soppressione della ipoalgesia indotta da stress nei topi dopo l’esposizione ad un campo elettromagnetico di 37Hz oscillante regolarmente con forme sinusoidali o quadrate.

L’obiettivo di questo studio era ricercare gli effetti di un campo elettromagnetico a 37Hz sulla percezione del dolore, sulle funzioni cardiovascolari e sugli ormoni dello stress negli umani. I risultati hanno evidenziato un’alterazione della sensibilità al dolore e suggeriscono che tali effetti possano essere associati ad anomalie nella regolazione cardiovascolare.

Esistono importanti relazioni tra la pressione sanguigna e la percezione degli stimoli dolorosi. Queste funzioni condividono gli stessi centri nervosi. Le stesse aree cerebrali coinvolte nella modulazione del dolore influenzano anche la pressione sanguigna. La pressione alta è associata ad una diminuzione delle sensibilità al dolore. Le evidenze indicano che tale relazione sia parte di un sistema più complesso di risposte coordinate allo stress che comprende cambiamenti sia nella pressione sanguigna sia nella percezione del dolore.

E’ stato riportato che la regolazione cardiovascolare sia influenzata dall’esposizione ad ambienti con campi elettromagnetici alterati che possono influire anche sui livelli degli ormoni dello stress. I tredici soggetti maschi sono stati fatti sedere con una coppia di sorgenti parallele intorno alla testa, che erano connesse ad un generatore impostato per produrre onde quadrate a 37Hz. Ciascun soggetto è stato sottoposto a due sessioni da 60 minuti a distanza di 1-2 settimane. Una sessione era di vera esposizione a onde magnetiche, l’altra era senza alcuna esposizione reale.

Prima dello studio è stato applicato ai soggetti un registratore elettrocardiografico (ECG) ed è stata misurata la soglia cutanea di sensibilità al dolore con stimolo elettrico ed è stato prelevato loro il sangue. Ogni tre minuti sono stati misurati la pressione del sangue e il battito cardiaco. Subito dopo la fine di ogni sessione veniva misurata di nuovo la soglia del dolore e prelevato nuovamente anche il sangue, che è stato usato per misurare i livelli delle catecolamine, delle betaendorfine e del cortisolo.

Alla fine di ogni sessione è stato chiesto al soggetto di dare un breve resoconto della percezione del proprio stato di benessere, usando una scala dal “massimo stato di benessere” al “massimo disagio”.

Per determinare le misurazioni cutanee della sensibilità al dolore è stato usato uno stimolatore elettrico che rilasciava impulsi attraverso elettrodi sulla pelle del soggetto. I partecipanti sono stati istruiti a riferire quando iniziavano a sentire una sensazione che: 1) sembrava come un leggero pizzicorio (soglia di percezione); 2) iniziava a disturbare (soglia del disturbo); 3) iniziava a fare male (soglia del dolore); 4) iniziava ad essere così dolorosa da dover essere interrotta (soglia di tolleranza).

Mentre la percezione del dolore era molto simile tra i vari soggetti prima delle due sessioni, i risultati dei test per le quattro soglie cutanee dimostravano una tendenza verso la diminuzione nelle soglie della percezione e del disturbo. C’era un effetto di diminuizione significativa per le soglie del dolore e di tolleranza. Nell’esposizione simulata non c’era alcuna differenza significativa per ciascuna soglia.

Durante l’esposizione al campo elettromagnetico è emerso un effetto di notevole aumento delle misure della pressione diastolica e sistolica. Non è stato osservato alcun effetto sul battito cardiaco, ma c’era un effetto principale nella sequenza sia nella sessione simulata sia in quella con la vera esposizione. C’era una leggera diminuizione del battito cardiaco accompagnata da un aumento nella componente in bassa frequenza del battito.

La componente in alta frequenza della variabilità del battito aumentava progressivamente durante la sessione simulata, rimanendo costante durante l’esposizione magnetica. Tale componente è un indice dell’attività del sistema parasimpatico e ci si aspetterebbe che aumentasse durante l’esposizione simulata. C’era una mancanza di aumento di questa componente concomitante alla riduzione del battito cardiaco durante l’esposizione reale al campo elettromagnetico.

I risultati dell’analisi del sangue hanno dimostrato un effetto principale significativo nella sequenza di adrenalina e cortisolo: un’importante diminuizione dell’adrenalina in entrambe le sessioni e una diminuizione del cortisolo solo nella sessione simulata. Non c’era alcuna differenza nel punteggio dello stato di benessere tra le due sessioni. Sotto esposizione simulata, la soglia del dolore e la pressione sanguigna rimanevano inalterate, mentre il battito cardiaco diminuiva e i livelli di adrenalina e cortisolo scendevano lievemente.

Considerati insieme, questi aspetti suggeriscono che durante i test i soggetti vivevano un lieve rilassamento. Sotto esposizione elettromagnetica le soglie cutanee diminuivano, la pressione sanguigna sistolica aumentava, l’adrenalina scendeva e il cortisolo rimaneva inalterato”. Tali parametri suggeriscono che l’esposizione a campo elettromagnetico induca un sottile disturbo nello stato psicofisiologico, come indicato da: 1) aumento della sensibilità al dolore; 2) leggera crescita della pressione sanguigna; 3) mancata riduzione del cortisolo; 4) risposta anormale nella variabilità del battito cardiaco consistente nel mancato aumento della sua componente parasimpatica, nonostante la progressiva riduzione del battito cardiaco.”

Gli effetti del campo elettromagnetico sulla percezione del dolore sono stati osservati in varie specie, dagli invertebrati ai mammiferi, suggerendo che tale fenomeno coinvolga funzioni ampiamente conservate attraverso il regno animale. Alcuni studi suggeriscono che l’accresciuta percezione del dolore (iperalgesia) possa essere correlata ad oppioidi endogeni, forse con il coinvolgimento anche della melatonina e del sistema delle bendodiazepine.

I risultati degli studi sul sistema cardiovascolare non sono concordi. La variabilità del battito cardiaco è stata usata in diversi studi come misura dell’equilibrio del controllo cardiaco autonomo. Comunque i risultati sono discordanti e le scoperte – di nessun aumento nella componente in alta frequenza del battito cardiaco – non aiutano a chiarire il funzionamento di tale sistema durante l’esposizione a campo elettromagnetico.

Nessuno studio precedente ha osservato la pressione cardiaca sotto esposizione a campo elettromagnetico nelle frequenze estremamente basse; sono stati riportati aumenti della pressione fuori da questo range. Poiché lo stress può far aumentare la pressione, una possibile spiegazione per tale effetto ipertensivo potrebbe essere che l’esposizione a campo elettromagnetico crei una situazione n qualche modo stressante. Tuttavia, l’aumento della pressione sanguigna è generalmente associato ad una diminuizione nella sensibilità al dolore, mentre in questo studio tale sensibilità era aumentata.

Questa inusuale dissociazione è accompagnata dall’inconsistenza della risposta del battito cardiaco, che diminuiva ugualmente nell’esposizione reale e in quella simulata. Nella prima, però, la diminuizione del battito cardiaco non è accompagnata da una riduzione del cortisolo, ma da un’attivazione della direttrice parasimpatica, come evidenziato dalla componente della variabilità del battito cardiaco. Queste scoperte bizzarre suggeriscono una qualche anomalia nella direttrice parasimpatica, che richiede ulteriori ricerche.

“Nonostante sia difficile iscrivere quanto osservato in un’interpretazione univoca, la maggior parte dei dati sembrano fare riferimento ad una mancanza di rilassamento o ad un leggero aumento dello stress o dell’ansia durante l’esposizione elettromagnetica, come suggerito dai cambiamenti nella percezione del dolore, dall’aumento della pressione sanguigna e dalla mancata riduzione del cortisolo.”

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