Martin L. Pall
Wessely e i suoi colleghi ritengono che la Sensibilità Chimica Multipla (MCS) e la Elettrosensibilità (EHS) siano semplicemente modi contemporanei che consentono alle persone di isolarsi dalla società, dimostrando che non si tratta veramente di soggetti ipersensibili alle sostanze chimiche o ai campi elettromagnetici (1).
Sono onorato di essere stato scelto per scrivere un’autorevole recensione sulla MCS da tre eminenti tossicologi (gli editori [2]). La loro scelta su di me rendeva chiaro il fatto che considerassero la MCS una malattia dovuta all’esposizione a sostanze tossiche. Per quale motivo mi hanno chiesto questo scritto? Tra i tanti studi che dimostrano questa tesi, ci sono quelli molto convincenti di Schnakenberg (3, 4) secondo i quali quattro polimorfismi genetici coinvolti nel metabolismo delle sostanze chimiche nella MCS hanno un ruolo altamente significativo nel determinare la suscettibilità alla MCS (tutti e quattro si verificano con una probabilità di p<10-15!).
Questi studi seguono quelli di McKeown-Eyssen che coinvolgono tre di questi geni del metabolismo delle sostanze chimiche e seguono quelli di Haley che ne coinvolgono uno. In tutto sono stati individuati sette geni implicati nella MCS, tutti con un ruolo nel metabolismo delle sostanze chimiche. Come potrebbe essere vero tutto questo se le sostanze chimiche non avessero niente a che vedere con la MCS? Wessely non ha la risposta (1).
Queste sette classi di sostanze chimiche coinvolte nella MCS (2,5) agiscono producendo un’elevata attività del NMDA (2). Sei altri tipi di dimostrazioni indicano che un elevato NMDA svolge un ruolo nella MCS. Una di queste dimostrazioni riguarda due studi sui polimorfismi genetici che mostrano come gli alleli del recettore del gene CCK-B, responsabile di una risposta elevata di NMDA, sono associati ad un aumento della suscettibilità alla MCS.
Ci sono molti altri studi che dimostrano che la MCS è una patologia fisica compresi 25 studi sui cambiamenti oggettivamente misurabili in risposta all’esposizione a sostanze chimiche, in cui i pazienti con MCS reagiscono diversamente dai controlli. 24 di questi studi sono completamente incompatibili con le interpretazioni psicologiche della malattia (2). Molti studi sull’uomo e 38 studi su modelli animali dimostrano dei cambiamenti fisiologici con ruoli apparentemente causali (2). Perché Wessely non informa i lettori delle numerose prove che vanno contro la sua ipotesi?
Al numero 2 della bibliografia uno studio di 50 pagine, contenente 427 citazioni. Lettere limitate a 300 parole, 5 citazioni.
Autore: Martin L. Pall, Professore Emerito di Biochimica e Scienze Mediche di Base, Washington State University, 638 NE 41st Ave., Portland, OR 97232-3312 USA; email: martin_pall@wsu.edu
Conflitto di interesse: nessuno dichiarato
Gennaio, 2013
Traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A.
www.infoamica.it
Pubblicato con il permesso dell’autore
Bibliografia
1. Boyd I, Rubin GJ, Wessely S. Taking refuge from modernity: 21st century hermits. J R Soc Med 2012:105:523-529.
2. Pall ML. Multiple chemical sensitivity: toxicological questions and mechanisms. In: Bryan Ballantyne, Timothy C. Marrs, Tore Syversen, editors. General and Applied Toxicology, 3rd Edition. London: John Wiley and Sons, Ltd., 2009 p. 2303-2352.
3. Schnakenberg E, Fabig KR, Stanula M, et al. A cross-sectional study of self-reported chemical-related sensitivity is associated with gene variants of drug metabolizing enzymes. Environ Health 2007;6:6 .
4. Müller KE, Schnakenberg E. Die Bedeutung de Glukuronidierung bei unweltmedizinischen Erkrankungen am Beirspeil der UDP-Glukuronosyltransferase 1A1. Umwelt-Medizin-Gesellschaft 2008;21:295-300.
5. Pall ML. NMDA sensitization and stimulation by peroxynitrite, nitric oxide and organic solvents as the mechanism of chemical sensitivity in multiple chemical sensitivity. FASEB J 2002;16:1407-1417.