All’associazione AMICA si rivolgono ogni giorno cittadini preoccupati per gli effetti sulla salute delle radiazioni elettromagnetiche emesse soprattutto da cellulari, tablet, Wi-Fi e altri dispositivi mobili.
Spesso a chiedere informazioni sono insegnanti, genitori, persone che riportano sintomi (elettrosensibili), ma anche attivisti di Comitati che lottano contro l’installazione di antenne e di ripetitori dei cellulari.
Spesso le persone si aspettano soluzioni politiche che arrivino dall’esterno senza rendersi conto che gran parte del problema dell’inquinamento elettromagnetico è frutto di comportamenti individuali. Se state leggendo questo articolo vuol dire che avete un certo interesse per il problema dell’elettrosmog. Provate, quindi, a pensare al vostro comportamento.
Siete disposti a rinunciare ad una conversazione al cellulare per rimandarla a più tardi, quando raggiungerete il telefono fisso a casa o in ufficio?
Avete tolto da casa il telefono cordless, senza fili, per usare solo quello connesso via cavo?
Rinunciate a controllare il numero di “like” su un post di Facebook o Twitter dal cellulare, per aspettare più tardi, quando raggiungerete un computer connesso via cavo ad Internet?
Rinunciate ad usare Whatsapp, un’applicazione che nasce per essere utilizzata attraverso i dati del cellulare, preferendo invece Messanger oppure le email che si usano da computer connessi alla rete Internet via cavo?
La coerenza è un valore fondamentale perché permette di valutare i propri comportamenti in relazione alle proprie convinzioni.
Se si è consapevoli che le radiazioni da radiofrequenza di cellulari e Wi-Fi comportano un rischio per la salute per se stessi e per gli altri, allora è necessario decidere di fare delle rinunce e adottare comportamenti coerenti.
Chiunque sia preoccupato per l’installazione di ripetitori di fronte alla propria abitazione, allora dovrebbe anche rendersi conto che ogni volta che usa il cellulare, per esempio quando è in ufficio o in giro per la città, sta automaticamente irradiando con la sua conversazione tutti coloro che vivono o che lavorano vicino alle antenne dei cellulari.
Tenere sempre accese le connessioni dati, per controllare Whatapp o Facebook, è anche peggio perché le connessioni dati sui cellulari tengono continuamente in connessione il cellulare alla rete ovvero fanno irradiare costantemente sia le antenne che il cellulare stesso.
Sebbene le densità di potenza delle connessioni dati siano molto inferiori rispetto a quelle di una converazione voce, i rischi biologici potrebbero essere molto maggiori.
Con la connessione dati, infatti, vengono usate più frequenze contemporaneamente con minori densità di potenza, ma gli effetti biologici potrebbero essere maggiori. I dati preliminari del Prof. Lennart Hardell dell’ospedale di Orebro, in Svezia, hanno evidenziato che il rischio di ammalarsi di tumore con i cellulari più moderni UMTS è quattro volte maggiore rispetto ai vecchi cellulari di seconda generazione 2G. Questo si spiega proprio con l’ampiezza di banda utilizzata. Più frequenze si utilizzano, più la radiazionen elettromagnetica è caratterizzata da segnali pulsati (pulsazioni per ogni frequenza usata) ed è, quindi, più nocivo dal punto di vista biologico. Come insegna la Risoluzione di Potenza Picena, infatti, è la pulsazione della radiazione elettromagnetica a creare i maggiori danni biologici.
Alcuni enti internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostengono che bisogna preoccuparsi solo per gli effetti termici indotti dai campi elettromagentici, ovvero dall’effetto cinetico sulle molecole prodotto dalla radiazione che si traduce in un riscaldamento della materia vivente.
Secondo numerosi scienziati indipendenti come il Gruppo Bioinitiative e la Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici (ICEMS), invece, a destare maggiore preoccupazione è l’interferenza tra il segnale elettromagnetico artificiale e il campo elettromagnetico interno della materia vivente. Questo tipo di interferenza avviene anche per livelli di radiazione di bassissima densità di potenza, talmente bassa da non produrre riscaldamento (effetti termici), ma può causare effetti biologici notevoli proprio perché la caratteristica della frequenza interferisce con i segnali interni della materia vivente, cioé con la sua coerenza.
Si intende per coerenza interna della materia vivente, quella “sintonia elettromagnetica” interna che la fa funzionare. Ogni organo ha una sua frequenza, così come ogni cellula e ogni parte degli organismi viventi.
Affinché ci sia vita, il sistema vivente deve essere coerente. A tal proposito il fisico Prof. Emilio Del Giudice era solito ripetere che il tumore rappresenta per il sistema vivente la “rottura della coerenza”.
Conoscere i meccanismi biologici dell’interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi insegna, quindi, ad affrontare il problema dell’inquinamento elettromagnetico a partire dalla consapevolezza che il comportamento individuale è il motore del cambiamento collettivo.
Se si vuole un cambiamento collettivo, volto a tutelare la salute pubblica dai rischi dell’inquinamento elettromagnetico, il comportamento individuale deve essere coerente con le proprie convinzioni, altrimenti si finisce per replicare semplicemente il sistema di valori che ha generato quel problema.
Ora prova a chiederti di nuovo:
- Sei disposto a rimandare conversazione al cellulare a più tardi quando avrai a disposizione un telefono fisso?
- Sei disposto a disinstallare le app che ti spingono a tenere accesi i dati e il Wi-Fi sul tuo cellulare?
- Sei disposto a sostituire il cordless domestico con un telefono con il filo?
- Sei disposto a disattivare il Wi-Fi dalla tua abitazione e ad installare dei cavi Ethernet?
Il cambiamento inizia da oggi, da te che leggi questo articolo.
Francesca Romana Orlando
Giornalista e Vice Presidente di A.M.I.C.A.
(Autrice di alcuni dei libri dell’associazione)