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Livelli aumentati di alfa amilasi nella saliva nei pazienti elettrosensibili

Int J Radiat Biol. 2017 May 17:1-8. doi: 10.1080/09553002.2017.1325971. [Epub ahead of print]

Autori
Andrianome S,¹‚² Hugueville L³, de Seze R¹‚², Selmaoui B¹‚².
Author information
1
a Department of Experimental Toxicology , Institut National de l’Environnement Industriel et des Risques        (INERIS) , Verneuil-en-Halatte , France.
2
b Peritox-Laboratoire de Périnatalité et Risques Toxiques UMR-I-01 Unité mixte INERIS , Université de Picardie Jules Verne , Amiens , France.
3
c Centre MEG-EEG, CRICM et CENIR, UMR 7225 , Centre National de la Recherche Scientifique , Paris , France.

Abstract
SCOPO DELLA RICERCA:
Stabilire i livelli di alcuni marker salivari e urinari di pazienti affetti da elettrosensibilità e confrontarli con quelli di un gruppo di controllo di soggetti sani.
MATERIALI E METODI:
Abbiamo analizzato 30 soggetti con elettrosensibilità e li abbiamo confrontati con 26 individui sani del gruppo di controllo di età tra 22 e 66 anni. Abbiamo misurato il cortisolo nella saliva e nelle urine, così come l’alfa amilasi, la immunoglobulina A e la proteina C reattiva nella saliva e la neopterina nelle urine.
RISULTATI:
Abbiamo scoperto che i livelli di alfa amilasi salivare era significativamente più alta nei pazienti con elettrosensibilità (p < 0.005). La neuropterina nelle urine e l’alfa amilasi salivare mostravano differenze significative legate alla durata della elettrosensibilità.
CONCLUSIONI:
I livelli più alti di alfa amilasi salivare scoperti nei soggetti elettrosensibili può suggerire che venga attivato un sistema midollare simpatico legato al sistema dell’adrenalina. Tuttavia, la maggior parte dei marcatori analizzati del sistema immunitario, dell’attività del sistema nervoso simpatico e del ritmo circadiano non variavano significativamente nel gruppo di pazienti elettrosensibili. C’è una tendenza a livelli più alti di alcune variabili nei sottogruppi a seconda della durata della elettrosensibilità.

Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28466664

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