Comunicato stampa
Lecce, 18 febbraio 2015
Richiesto alle autorità competenti del Comune di Lecce il blocco immediato dell’istallazione dei nuovi contatori del gas a telelettura (smart meter), potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.
È stato depositato presso il Comune, la Prefettura e la Provincia di Lecce un documento firmato da 14 cittadini tra cui medici, farmacisti, biologi ed autorevoli esponenti della società civile in cui si richiede una moratoria urgente della messa in opera dei nuovi contatori del gas a telelettura (smart meter). Si tratta di dispositivi a radiofrequenza (RF) che funzionano solo in modalità wireless emettendo impulsi 24 ore su 24.
Gli smart meter consentono la lettura dei consumi a distanza e soprattutto permettono di gestire i flussi di gas sulla base della domanda istantanea ma in un rapporto dell’Istituto per la Competitività, Area Energia, dell’ottobre 2011, si legge che per i distributori la loro installazione è vantaggiosa solo nel caso in cui i costi siano trasferiti in bolletta.
Per i cittadini, poi, i costi più gravi sono legati ai potenziali danni alla salute derivanti dai nuovi contatori. Poiché l’installazione è capillare (case, uffici, scuole etc), l’esposizione alle RF è massiccia e continuata. I firmatari chiedono al Sindaco di Lecce e alle Autorità competenti che, per quanto riguarda i nuovi contatori, sia applicato il Principio di Precauzione come invocato dal Consiglio d’Europa; sia interrotta urgentemente la loro installazione per non mettere a repentaglio la salute dei cittadini; sia convocato un tavolo di confronto in merito.
Numerosi e attendibili studi scientifici condotti da ricercatori di fama internazionale evidenziano gli effetti potenzialmente nocivi per la salute umana delle radiofrequenze emesse dai dispositivi per la telecomunicazione come appunto gli smart meter.
Si tratta di effetti biologici che si verificano per esposizioni notevolmente inferiori ai valori limite di legge. I sintomi più comuni sono: mal di testa, insonnia, difficoltà di concentrazione, stanchezza, perdita di memoria e ritardi nell’apprendimento, depressione, tinnito, nausea e vomito, aumento della pressione arteriosa. Tutti sintomi che, per la loro aspecificità, spesso non vengono riconosciuti come probabilmente derivanti dall’esposizione alle radiofrequenze. Con il perdurare di tale esposizione sono stati osservati danni neurologici permanenti (demenza precoce, Alzheimer), danni al sistema immunitario, al sistema endocrino, al patrimonio genetico, e perfino tumori. Bambini, adolescenti, donne incinte, anziani e soggetti con preesistenti problemi di salute sono maggiormente vulnerabili.
Inoltre, l’esposizione prolungata alle radiofrequenze aumenta il rischio di sviluppare una patologia emergente (Elettrosensibilità), che secondo stime recenti interesserebbe dal 3% al 5% della popolazione europea (percentuale in costante aumento). L’elettrosensibilità si manifesta come un’allergia alle RF ed è invalidante per chi ne soffre. L’allarme lanciato dalla comunità scientifica sull’inadeguatezza degli attuali standard di esposizione alle radiofrequenze, basati solo sugli effetti termici e non su quelli biologici, è stato recepito da diversi organismi internazionali, tra i quali l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, l’American Academy of Environmental Medicine, l’American Academy of Pediatrics, l’Agenzia Europea dell’Ambiente.
In particolare, il Consiglio d’Europa (Risoluzione 1815 del 27/05/2011) raccomanda agli Stati membri di intervenire urgentemente per diminuire l’esposizione umana all’inquinamento elettromagnetico prestando particolare attenzione a bambini e ragazzi e di applicare il Principio di Precauzione.
In Italia, invece , con la legge 221/2012, i limiti di esposizione della popolazione sono stati di fatto aumentati nonostante il parere contrario espresso sia dal sistema delle Agenzie ambientali sia dal Ministero della Salute. La Magistratura italiana ha adottato negli ultimi anni una posizione innovativa sui rischi per la salute da campi elettromagnetici: la Cassazione, in una sentenza del 2000 sancisce che rientra nei poteri del giudice accertare se vi sia pericolo per lo stato di salute nell’esposizione a un fattore inquinante, anche per valori inferiori ai limiti di legge.
Un gruppo di 54 esperti, guidati da D. Carpenter, ha firmato nel 2012 un documento chiarificatore sui gravi danni alla salute legati all’esposizione agli smart meter, sconsigliandone l’installazione. Tra le decisioni a livello politico adottate in difesa della salute pubblica si evidenzia la scelta di dieci contee della California, e di 39 municipi della British Columbia (Canada) che hanno vietato l’istallazione degli smart meter.
Per i Lloyd’s di Londra i danni correlati all’esposizione alle RF-CEM (Radiofrquenze – Campi elettromagnetici), sono paragonabili, come gravità, a quelli dell’amianto. Tali danni, sottostimati dalle autorità competenti, potrebbero crescere in modo esponenziale e costituire perdite ingenti per le compagnie di assicurazione. Firmano il documento i farmacisti Fabia Del Giudice e Mimmo Di Tolla (presidente dell’Ordine dei farmacisti), lo specialista dermatologo Carmelo Calvi, la specialista chirurgo plastico Simonetta Morelli, i biologi Alessandro Lorusso ed Emanuela Assab, il dottor Mauro Sansò (direttore operativo presidio ospedaliero di riabilitazione di alta specialità, Fondazione San Raffaele), l’avvocato Stefano Gallotta (presidente Associazione Codici), il dottor Beppe D’Ercole (presidente Associazione Vivere Lecce), il dottor Luigi Russo (presidente Centro Servizi Volontariato Salento), il dottor Antonio Carpentieri (coordinatore provinciale Codacons Lecce), il signor Leo Ciccardi (Presidente Comitato Popolare Nuova Rudiae), il dottor Salvatore Longo (presidente nazionale FedImprese), l’avvocato Claudia Longo (presidente Ente Bilaterale Terziario Italiano).