La dott.ssa Chiara De Luca, la dott.ssa Desanka Raskovic, la dott.ssa Valeria Pacifico e la dott.ssa Liudmila Korkina dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, insieme al dott. Jeffrey Chung Sheun Thai di Natural Health Farm in Malaysia, hanno pubblicato nel luglio 2011 uno studio sull’International Journal of Environmental Research and Public Health dal titolo “Ricerca di biomarker affidabili per la Sensibilità Chimica Multipla e le altre intolleranze ambientali” che fa il punto sullo stato delle conoscenze scientifiche in merito alle patologie che comportano reattività ad agenti ambientali chimici e/o fisici.
Allo stato attuale la comunità medica è chiamata ad affrontare un insieme di condizioni spesso invalidanti che sono associate all’ambiente tra cui la Sensibilità Chimica Multipla, la Fibromialgia, la Stanchezza Cronica, la Elettroipersensibilità, la malattia da Amalgama ed altre. Queste patologie hanno in comune “manifestazioni plurisintomatiche multiorgano, sia cutanee che sistemiche, che comportano anche alterazioni del metabolismo delle sostanze xenobiotiche”. Tali condizioni possono essere di carattere ereditario o acquisito e possono avvenire come reazione ad esposizioni chimiche o fisiche a dosi molto più basse dei livelli rilevanti da un punto di vista tossicologico.
Queste reazioni spesso non sono mediate dal sistema immunitario e, per questo, rendono complicata la diagnosi. La ricerca di biomarkers è motivata anche dalla necessità di rendere razionali e basati su evidenze gli interventi di carattere socio-sanitario. “Lo studio fa una revisione delle informazioni disponibili a supporto della natura organica di queste condizioni cliniche”.
Visto che “l’intensa ricerca sui polimorfismi dei geni della fase I/II dei geni degli enzimi della detossificazione, risultati statisticamente poco conclusivi, si studiano oggi i fattori metabolici ed epigenetici, in particolare i radicali liberi/antiossidanti e le anomali della omeostasi. La scoperta di rilevanti alterazioni dell’attività disintossicante della catalasi, del glutatione trasferasi e della per ossidasi, che si correla in modo statisticamente significativo alle manifestazioni cliniche della MCS, ha di recente registrato alcuni progressi verso l’identificazione di biomarker affidabili per l’insorgenza e lo sviluppo della malattia e per l’efficacia dei trattamenti.
Recensione di Francesca Romana Orlando