Il Prof. Martin L. Pall, professore emerito della Washington State University di Seattle, ha partecipato al Convegno di AMICA “Sensibilità Chimica Multipla (MCS): diagnosi, terapie e prevenzione” che si è tenuto il 15-16 Gennaio 2015 a Roma. A conclusione del Convegno i partecipanti hanno approvato la Risoluzione di Roma sulla Sensibilità Chimica Multipla.
Quella che segue è la trascrizione del suo intervento.
Prof. Martin L. Pall
Esistono sette classi di sostanze chimiche che possono scatenare la MCS: la prima e più ampia è quella dei solventi organici e di altri composti che sono irritanti sensoriali, la seconda, terza e quarta sono diversi tipi di pesticidi, la quinta è il mercurio, la sesta è il solfato di idrogeno e la settima è il monossido di carbonio.
Le nostre osservazioni hanno anche dimostrato che queste sette classi di agenti chimici producono una risposta comune nel corpo, anche se con percorsi biochimici diversi, ovvero un’attività eccessiva del NMDA e che è questa attività a scatenare la malattia.
Ci sono sei osservazioni a supporto del ruolo del NMDA nella attivazione della MCS e inizio ad illustrare la quarta: la dottoressa Iris Bell e altri suoi colleghi hanno proposto che la sensibilizzazione neurale abbia un ruolo chiave nella attivazione della MCS ed è noto che il meccanismo probabile alla base di tale sensibilizzazione neurale, chiamato “potenziamento”, comporta un aumento dell’attività del NMDA nel cervello.
Studi condotti su pazienti affetti da MCS sottoposti ad elettroencefalogramma, inoltre, dimostrano che bassi livelli di esposizione chimica possono portare ad una maggiore attività del NMDA.
Quando si verifica un eccesso di NMDA nel corpo avvengono dei cambiamenti evidenti: un’attivazione del recettore del NMDA a sua volta consente al calcio di entrare nelle sue cellule, con l’attivazione di nNOS e eNOS che causano un aumento dell’ossido nitrico. Quest’ultimo reagisce, poi, con il superossido e forma un composto molto tossico, il perossinitrito.
L’ipersensibilità cerebrale
Le evidenze di cui vi sto parlando ono certamente correlate anche agli studi del dott. Ashok Gupta che interverrà più tardi.
Gli studi condotti da Iris Bell e altri dimostrano, attraverso l’elettroencefalogramma, che il cervello dei pazienti affetti da MCS è ipersensibile alle sostanze chimiche. Gli studi condotti da Claudia Miller e altri condotti nel 2007, utilizzando la PET, hanno evidenziato due regioni specifiche del cervello che sono fortemente sensibili alle esposizioni chimiche.
Anche se tutto questo dimostra chiaramente che i pazienti affetti da MCS hanno una ipersensibilità localizzata nel cervello, che probabilmente coinvolge una sensibilità neurale come Bell sostiene già da molto tempo, questi pazienti spesso hanno anche una ipersensibilità nei tessuti periferici, come per esempio nel sistema respiratorio (mi riferisco alla sindrome delle vie aeree, alla rinite), a livello epidermico, negli occhi e a volte anche in altri tessuti.
Chiaramente il quadro clinico dei pazienti affetti da MCS varia a seconda dei tessuti che diventano ipersensibili, che sono diversi da un individuo ad un altro.
Quattro studi di William Meggs e altri dimostrano che la sensibilità dei tessuti periferici ha delle caratteristiche istologiche alterate dovute all’infiammazione neurogenica. Altri studi pubblicati in letteratura dimostrano che gli irritanti sensoriali possono stimolare i recettori TRPV1/TRPA1che a loro volta scatenano una infiammazione neurogenica e che la stessa, a sua volta, può aumentare l’attività del NMDA.
In Svezia la Prof.ssa Eva Milkvist e i suoi colleghi hanno pubblicato una serie di studi che dimostrano l’ipersensibilità dei pazienti con MCS alla stimolazione con capsaicina che scatena una reazione con tosse. Hanno evidenziato che tale ipersensibilità segue lo stesso percorso di attivazione del TRPVI che a sua volta porta ad un aumento della attività del NMDA.
I lavori di Eva Millqvist dei quali ho svolto una rassegna nei miei studi del 2009 dimostrano ulteriormente che la sensibilità chimica nella MCS è reale e misurabile e che può agire nei tessuti periferici insieme ai percorsi biochimici di cui abbiamo precedentemente parlato.
Questo tipo di ipersensibilità sensoriale non ha a che fare con una risposta psicologica perché è un tipo di ipersensibilità che può essere misurata oggettivamente.
Il circolo vizioso cerebrale
Da 15 anni sto studiando il ciclo biochimico NO/ONOO. “NO” sta per ossido di azoto mentre “ONOO” sta per perossinitrito. Quando si verifica un’attivazione del NMDA aumentano altri fattori come l’ingresso di calcio cellulare e l’ossido nitrico che a loro volta aumentano la risposta dell’ATP. La diminuzione dell’ATP porta a sua volta un aumento del NMDA e si crea, quindi, un circolo vizioso che porta ad un nuovo aumento dell’attività del NMDA.
Questa serie di circoli viziosi biochimici portano tutti ad un aumento dello stress ossidativo. Il recettore NMDA fa parte di questa risposta infiammatoria e, come dimostrato anche dalla dott.ssa De Luca, sono molti i marcatori che rivelano lo stress ossidativo nei pazienti con MCS.
Un altro circolo vizioso biochimico vede il coinvolgimento dei recettori TRP, che a loro volta portano ad un aumento sia del calcio sia dell’attività del NMDA con un aumento dello stress ossidativo. Mi rendo conto che sono cicli piuttosto complessi, ma la biologia non è purtroppo una materia semplice e in questo caso vediamo che l’ATP spinge fuori il calcio dalle cellule creando un nuovo circolo vizioso.
Gli stessi studi condotti su animali confermano quanto già verificato sugli esseri umani, ovvero che nei soggetti presi in considerazione la neuro sensibilità e le infiammazioni neurogeniche spiegano il meccanismo della MCS sia negli animali che negli esseri umani.
Predisposizione genetica
Innumerevoli studi, inoltre, prendono in considerazione i polimorfismi genetici e il metabolismo delle sostanze chimiche. Tutti gli studi hanno dimostrato un ruolo significativo dei polimorfismi che portano alla Sensibilità Chimica Multipla sostenendo pertanto che la MCS è una patologia causata da un’esposizione a sostanze tossiche.
Lo studio più rilevante al riguardo è quello condotto da Schnakenberg in Germania. La maggior parte degli studi, però, è su piccola scala e c’è bisogno ora di studi su larga scala per raggiungere una significatività statistica conclusiva.
Elettrosensibilità
Voglio accennare, inoltre, brevemente alla ipersensibilità elettromagnetica. I campi elettromagnetici incidono sulle cellule del nostro corpo stimolando i VGCCs (canali del calcio regolati dal voltaggio) ed ho notato delle somiglianze tra i meccanismi probabili della MCS e quelli della ipersensibilità elettromagnetica.