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Reti senza fili Wi-Fi: una bomba ad orologeria per la salute?

A cura di A.M.I.C.A.


Un articolo del quotidiano inglese The Independent del 25 aprile 2007 (http://news.independent.co.uk/uk/health_medical/article2472140.ece) si pone questa domanda alla luce della vasta diffusione delle reti senza fili Wi-Fi per l’accesso ad Internet con computer portatili e palmari. Sempre più bar, alberghi, ristoranti, università, scuole, biblioteche e interi quartieri offrono questo tipo di accesso, gratuitamente o con scheda prepagata, per la felicità degli appassionati di Internet, ma esistono serie preoccupazioni per gli effetti che queste onde radio potrebbero avere sulla salute, tenendo conto anche del pre-esistente inquinamento elettromagnetico cui siamo già sottoposti per l’uso dei telefoni cellulari e per l’esposizione ai ripetitori degli stessi.

L’allarme sull’elettrosmog da Wi-Fi e da cellulari è stato lanciato da molti scienziati e anche da diversi governi europei.

Un recente studio autorevole finlandese ha scoperto che le persone che usano i cellulari per più di 10 anni hanno il 40% di probabilità in più di ammalarsi di tumore al cervello dal lato in cui usano il telefono.

Studi svedesi hanno quantificato che tale rischio sia maggiore e che la radiazione porterebbe a danni nervosi con un rischio di vedere l’attuale generazione di giovani ammalarsi di “senilità” a 40 o a 50 anni.

Il Prof. Lawrie Challis, capo della ricerca sui cellulari del governo inglese, ha dichiarato che questi telefoni potrebbero rivelarsi come “la sigaretta del XXI secolo”.

L’Associazione dei Medici Austriaci sta premendo contro la diffusione delle reti Wi-Fi nelle scuole e la provincia di Salisburgo ha già avvisato di non usarle.

In Gran Bretagna la Scuola di Stowe ha rimosso una rete Wi-Fi dopo che un eminente professore di lettere classiche, Michael Bevington ha sviluppato mal di testa e nausea non appena installata.

Nello stesso Paese l’ex Consigliere scientifico del governo e attuale Direttore dell’Agenzia per la Protezione Ambientale, Sir William Stewart, da anni denuncia i rischi posti dai dispositivi mobili sulla salute, soprattutto quella dei bambini. Il suo primo Rapporto del maggio 2000 già suggeriva di scoraggiare i bambini dall’uso dei cellulari, di vietare la pubblicità dei telefonini rivolti a loro, di pubblicizzare i livelli di radiazione emessi dai vari modelli così da incoraggiare un acquisto consapevole, di sottoporre l’installazione di ripetitori ad un controllo democratico attraverso una adeguata pianificazione e di vietarne l’installazione in prossimità di scuole senza l’accordo della scuole stese e dei genitori.

Una particolare preoccupazione riguarda gli individui suscettibili o “elettrosensibili” che, stando all’articolo, secondo l’OMS rappresentano il 3% della popolazione.

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