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STOP 5G: È ORA DI SCRIVERE A REGIONI E SINDACI

Media

L’Associazione AMICA sta collaborando con gli attivisti di Stop5G La Spezia e con tanti comitati e associazioni impegnati per la sicurezza elettromagnetica in Italia. La prima iniziativa è scrivere alle Regioni e ai Sindaci che sono le istituzioni più vicine ai cittadini e ai loro bisogni.

I Governi e i Parlamenti che si sono succeduti dal 2012 a oggi, infatti, hanno significativamente ridotto i limiti di sicurezza per la radiofrequenza usata da tutte le tecnologie wireless ovvero:

  • nel 2012 il Governo Monti ha diluito la media del tempo di misurazione della radiofrequenza nei luoghi dove si permane più di 4 ore (valore di attenzione) da 6 minuti, che è il tempo biologico necessario alle cellule a dissipare il calore indotto dal campo elettromagnetico attraverso la circolazione sanguigna, a 24 ore che è un tempo del tutto arbitrario e serve in sostanza ad aumentare i limiti perché i valori riscontrati di giorno, quando tutti usiamo il cellulare, sono diluiti con i valori bassissimi notturni quando i cellulari non sono in funzione e quindi i ripetitori trasmettono pochissimo (del resto che logica c’è nello stabilire una media di 24 ore se il valore di attenzione riguarda gli ambienti dove si sta più di 4 ore?);
  • nel 2020 il Governo Conte ha vietato ai Comuni di emettere delle ordinanze “Stop 5G”, vanificando il lavoro fatto da centinaia di comitati e comuni per salvaguardare la salute;
  • nel 2023 il Governo Meloni ha aumentato di sei volte il limite della radiofrequenza nei luoghi dove si permane più di 4 ore (valore di attenzione) da 100 a 600 milliwatt/mq che corrisponde a un aumento del campo elettrico da 6 a 15 V/m. Oltre settanta scienziati esperti di bioelettromagnetismo avevano inviato un Appello per la Sicurezza Elettromagnetica, ma è rimasto inascoltato. Per giunta l’aumento dei limiti ambientali della radiofrequenza serve solo a fornire extraprofitti alle multinazionali (tutte straniere) concedendo loro la possibilità di installare più antenne e antenne più potenti sugli stessi pali;
  • nel 2024 la Legge 4 luglio 2024 n. 95 impedisce ai piccoli comuni di decidere dove installare le antenne, andando persino in deroga agli strumenti urbanistici, che è incostituzionale e quindi bisogna che le Regioni impugnino questa legge.

Nessuno è contro la tecnologia a priori, tutti troviamo che il cellulare sia uno strumento utile, ma vogliamo usarlo solo nelle condizioni che mettano al primo posto la tutela della salute e dell’ambiente.

L’Appello degli Scienziati per la Sicurezza Elettromagnetica che oltre settanta ricercatori avevano mandato nell’estate del 2023 al Governo chiariva in modo definitivo che 6 V/m era un limite sufficiente a proteggere dal rischio cancerogeno associato alla radiofrequenza e quindi non bisognava aumentarlo.

Visita il canale Youtube INFOAMICA se vuoi saperne di più.

Leggi il manifesto di AMICA sul 5G.

Agisci subito! Se non ci salviamo noi, non ci salverà nessuno!

Se i Governi sono troppo solleciti nel realizzare i piani di sviluppo delle compagnie telefoniche, a discapito del principio di precauzione, rivolgiamoci ai Sindaci e alle Regioni subito.

Non c’è tempo da perdere perché le Regioni possono impugnare la legge che toglie ai piccoli comuni il potere di decidere dove mettere le antenne solo entro il 4 settembre 2024.

AMICA ha realizzato due facsimili di lettere in collaborazione con l’esperto legale Dott. Giuseppe Teodoro e con l’Avv. Maria Cristina Tabano che da tanti anni segue cause legate all’elettrosmog.

Ecco cosa fare subito:

Conoscenze scientifiche sul 5G

Nel 2024 è stato pubblicato il primo studio scientifico al mondo sugli effetti sanitari del 5G nelle condizioni reali d’uso che documenta sette casi di persone che si sono ammalate della Sindrome da Microonde poche ore dopo l’installazione delle antenne 5G. I sintomi sono nervosismo, mal di testa, acufeni (fischi alle orecchie), sensazioni di pizzicorio alla pelle, insonnia. In tutti i casi documentati le persone stavano così male che si sono dovute trasferire.

Dentro l’associazione AMICA tre persone riferiscono di aver iniziato ad avere disturbi della Sindrome da Microonde poche ore dopo l’installazione del 5G. Usciranno delle interviste nel prossimo numero della rivista Infoamica. Intanto puoi leggere il numero speciale di Infoamica sul 5G di Luglio/Agosto.

Prima di questo studio c’erano solo ricerche sugli effetti biologici delle singole frequenze usate dal 5G, ma questo è il primo che analizza le frequenze in condizioni d’uso reali ovvero secondo l’algoritmo del 5G che rende le radiazioni più PULSATE, più POLARIZZATE e più MODULATE. Molti ricercatori ritengono che siano proprio queste tre caratteristiche a rendere il 5G più impattante dal punto di vista biologico e, per questo, ritengono anche che gli attuali standard di sicurezza ideati dall’ICNIRP siano inadeguati a tutelare la salute pubblica.

Nessuno chiese un parere sanitario sul 5G

Nel dicembre 2018 l’associazione AMICA ha richiesto l’accesso agli atti per sapere se il Ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Luigi Di Maio, avesse richiesto all’Istituto Superiore di Sanità e all’INAIL (che fa le funzioni dell’ISPESL, abrogato) il parere sanitario sulla sicurezza delle esposizioni elettromagnetiche del 5G. Il Ministero della Salute non rispondeva così AMICA ha fatto ricorso all’ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Finalmente sono arrivati i documenti richiesti e AMICA ha potuto constatare che non è stato richiesto dal Governo alcun parere sanitario sul 5G ai sensi della Legge di Riforma Sanitario 833 del 1978. In particolare:

  • l’INAIL dichiara di non avere alcuna documentazione sulla sicurezza del 5G;
  • il Ministero della Salute dichiara di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal Ministero dello Sviluppo Economico prima della vendita delle frequenze del 5G e che anche il Consiglio Superiore di Sanità non si è interessato del problema;
  • il Ministero dello Sviluppo Economico risponde che la documentazione richiesta (il parere sanitario) non è di sua competenza.
  • l’Istituto Superiore di Sanità dichiara di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver risposto all’AGICOM che richiedeva la semplificazione delle procedure di installazione delle nuove antenne 5G.

Clicca qui di seguito per leggere gli originali delle risposte ricevute:

Questo video spiega perché 6 V/m è un limite appena sufficiente a difendere la salute dal rischio cancerogeno associato alla radiofrequenza sulla base dello studio sperimentale pubblicato dall’Istituto Ramazzini di Bologna nel 2018.

Il secondo video chiarisce che 6 V/m, misurato su una media di 6 minuti, è un limite indispensbaile, ma non sufficiente a proteggere la salute pubblica.

Scienziati indipendenti – come il Gruppo Bioinitiative nel 2007 e 2012, la London Resolution del 2009 e il Seletun Consensus del 2010 – hanno stabilito che bisogna adottare immediatamente il limite 0,6 V/m per evitare i rischi sul sistema immunitario, ormonale, riproduttivo e nervoso. L’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa ha approvato la Risoluzione 1815 nel 2011 che chiede ai Governi proprio di adottare immediatamente il limite di 0,6 V/m e di lavorare per abbassare nel tempo ulteriormente il limite a 0,2 V/m, che è la soglia sotto la quale non si osservano effetti biologici significativi ed è quella davvero sicura al 100% per la salute.

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