Anche se in Francia la Sensibilità Chimica Multipla non è ancora riconosciuta, ci sono diversi medici e ricercatori che se ne occupano.
Lo studio intitolato “Sensibilità Chimica Multipla: una diagnosi da non sottovalutare” dei ricercatori francesi Dupas D. e Dagorne MA. del CHU Hôtel Dieu, immeuble Le Tourville, di Nantes, stabilisce che la Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una condizione cronica, che appartiene al gruppo delle sindromi clinicamente inspiegabili e chi ne è affetto si lamenta di numerosi sintomi soggettivi come l’irritazione del naso e della bocca, mal di gola, dispnea, stanchezza, vertigini, mal di testa e difficoltà di concentrazione. I pazienti riferiscono di almeno quattro o cinque sintomi che si verificano quando sono esposti a particolari sostanze, ad una concentrazione molto bassa che di solito non provoca sintomi o danni in individui normali.
La caratteristica comune dei prodotti responsabili delle reazioni (sia in ambito professionale che domestico) è un odore forte e questi prodotti comprendono: solventi, vernici, colla, catrame, olio, pesticidi, profumi, cosmetici e prodotti spray.
La MCS è considerata oggi come un aspetto di intolleranza idiopatica ambientale (IEI) che spesso è caratterizzata anche dall’ipersensibilità ai campi elettromagnetici. Se la diagnosi è clinicamente sospetta, può essere confermata usando il Questionario Veloce sulle Esposizioni Ambientali e la Sensibilità (QEESI (©).
La MCS è spesso diagnosticata per errore come asma o come allergia, il che significa che i pazienti sono spesso indirizzati a specialisti delle vie respiratorie o allergologi. La diagnosi errata può portare a molte indagini mediche inutili. La psicoterapia, in alcuni casi, può migliorare la qualità della vita. Misure preventive sono spesso inefficaci e non evitano il peggioramento: si può essere ipersensibili ad odori ambientali comuni così che poche persone diventano disabili gravi con limitazioni nel loro posto di lavoro così come nella vita privata.
In Francia, sono stati registrati nella rete degli ospedali universitari, dipartimenti di medicina del lavoro, 435 casi (RNV3P) durante il periodo 2007-2010. Per i ricercatori, quindi, è importante che ogni medico sia in grado di riconoscere la condizione e garantire che i loro pazienti possano ottenere un pensionamento anticipato quando non riescano a lavorare.
Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23419440
Pubblicato su Rev Mal Respir. 2013 Feb;30(2):99-104. doi: 10.1016/j.rmr.2012.06.016. Epub 2012 Nov 13.
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