A cura di A.M.I.C.A., settembre 2002
La storia insegna che le istituzioni avviano le politiche necessarie a proteggere dalle intossicazioni croniche di sostanze nocive, solo quando ci sono state ormai numerose vittime. E’ accaduto, per esempio, con il fumo di sigaretta o con l’amianto. Secondo molti, anche l’amalgama, usata per le otturazioni dentali, deve essere messa immediatamente al bando. Da anni, infatti, si è aperta una controversia tra alcuni scienziati, che ne hanno dimostrato la pericolosità, e gli organismi scientifici di controllo, che continuano a sostenere il contrario.
L’American Dental Association e la Food and Drug Administration, per esempio, ritengono che l’amalgama sia un materiale privo di qualsiasi controindicazione tossica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1997 ha ribadito che “tali restauri dentali sono sicuri, anche se alcuni dei loro componenti potrebbero, in rari casi, provocare effetti collaterali locali o reazioni allergiche”.
Ciononostante alcuni paesi, come Svezia, Canada e Germania hanno imposto da anni severe limitazioni all’uso dell’amalgama (nei bambini sotto ai sei anni, nelle donne in gravidanza o in allattamento, nei pazienti con problemi renali). Perché?
L’amalgama è una polvere composta da diversi metalli, come rame, stagno e argento, tenuta insieme con del mercurio liquido (ca. 50%) che, come noto, è la sostanza non radioattiva più inquinante sulla Terra. Quando viene trasportato (vietato portare termometri al mercurio in aereo), conservato dal dentista oppure smaltito nei rifiuti, il mercurio viene classificato come materiale tossico; nella bocca dei pazienti è ritenuto innocuo e stabile perché legato agli altri metalli.
Un autorevole parere contrario
Da molti anni uno dei più grandi esperti al mondo di tossicologia clinica, noto per essere stato chiamato ad intervenire in incidenti chimici gravi, come quelli di Seveso e di Bhopal, il prof. Daunderer dell’università di Monaco di Baviera (oggi in pensione), insiste sulla grave pericolosità dell’amalgama, alla luce della sua esperienza di oltre 20 mila casi trattati.
Secondo il tossicologo tedesco, bisogna capire, innanzitutto, che l’intossicazione da amalgama è di tipo cronico e, in quanto tale, raramente mostra tracce di tossine nel sangue (intossicamento acuto) e nelle urine. Grazie al test del chewing-gum (usato per stimolare la salivazione), il professore è riuscito a dimostrare che l’amalgama rilascia grandi quantità di metalli nella saliva e che questi vengono assorbiti e trasformati, dalla flora batterica e dai funghi (la candida) presenti nel tratto intestinale, in composti più pericolosi (metilmercurio e stagno organico).
Il prof. Daunderer è riuscito, inoltre, a verificare la presenza di mercurio nel corpo, con il test del DMPS, un chelante (una sorta di antidoto usato per il trattamento degli avvelenamenti da mercurio) che riesce a legarsi ad esso e a portarlo fuori dal corpo attraverso i reni. Secondo le sue analisi, i portatori di amalgama mostrano alti livelli di mercurio nelle urine, solo dopo stimolazione del test del DMPS, a dimostrazione che il mercurio si deposita nel corpo.
Nel 1992 due ricercatori canadesi, Frizt M. Lorscheider, professore di fisiologia all’università di Calgary, (Canada) e Murray Vimy, dentista universitario e consulente dell’OMS, hanno voluto scoprire con esattezza in quali organi si deposita il mercurio dell’amalgama, impiantando nei denti di alcune capre delle otturazioni fatte con un mercurio marcato radioattivamente, in modo da poterlo individuare ai raggi X. Dalle radiografie si poteva vedere che il mercurio passava dai denti all’apparato digerente, ai reni, al fegato e al cervello. Molti hanno tentato di screditare l’esperimento denunciando che le pecore ruminano e corrodono le otturazioni più degli uomini.
Secondo il prof. Daunderer, i diversi metalli presenti nell’amalgama e nelle protesi in lega, attaccano prima il sistema nervoso, poi quello endocrino e, infine, quello immunitario. Ne ha dato una prova importante l’analisi del sangue (LTTS-MELISA) adatta a verificare la reattività dei linfociti (immunitaria) messi a contatto con i metalli. Grazie a questo nuovo test, nel 1999 alcuni studiosi svedesi hanno potuto suggerire un’interpretazione immuno-tossicologica, su base genetica, di malattie come sclerosi multipla, sindrome da stanchezza cronica, sclerosi laterale amiotrofica e sensibilità chimica multipla.
In realtà molti ricercatori accusano l’amalgama di provocare un’infinità di gravi malattie (sindrome di Daunderer):
- nervose, come depressione, epilessia e polineuropatie;
- autoimmunitarie, come sclerosi multipla, artrosi, celiachia e tiroiditi autoimmuni;
- degenerative, come cancro (linfoma di Hodgkin), Alzheimer, Parkinson;
- cardiache, come infarto, ictus e sindrome di “morte nella culla” (per l’intossicazione di derivazione materna, tramite placenta e allattamento);
- infezioni batteriche resistenti;
- sensibilità chimica multipla (MCS).
Una stessa sostanza tossica causerebbe problemi tanto diversi in base alla predisposizione genetica e alla capacità individuale di disintossicazione, che dipende dall’esposizione quotidiana ad altre tossine, come il fumo per esempio (il tabacco è trattato con conservanti contenenti mercurio e formaldeide), i conservanti del legno, gli additivi alimentari, lo smog, ecc.
Parlano le guarigioni
Ci sono diverse testimonianze, in tutto il mondo, di malati che hanno notevolmente migliorato il proprio stato di salute rimuovendo le amalgame (con un protocollo sicuro). In Italia sono numerosi i malati che hanno trovato una strada per curarsi grazie ad una delle tre puntate su questo tema del programma televisivo Report (Rai 3). E’ accaduto al padre di Eleonora M., una ventiseienne di Cagliari affetta da una dolorosissima malattia autoimmunitaria al sistema circolatorio (ematomi), mai migliorata nonostante due anni di ricoveri, trasfusioni e farmaci di ogni genere. Dopo aver visto la trasmissione del ’97, il sig. M. è riuscito a convincere gli specialisti del reparto di patologia speciale odontostomatologica dell’Università di Cagliari a fare una rimozione di prova, che ha scatenato, però, nella ragazza un collasso.
Nel corso della rimozione delle otturazioni in amalgama si libera, infatti, una quantità di sostanze tossiche e di vapori di mercurio, per effetto della vaporizzazione e della frammentazione, tali da compromettere la salute, soprattutto nei pazienti più sensibili.
“Ci sono volute 28 trasfusioni di sangue in due mesi per farla riprendere”, racconta il padre: in seguito, gli specialisti dell’università di Cagliari hanno sperimentato la rimozione di tutti gli amalgami con protocollo di protezione e la ragazza è miracolosamente guarita entro pochi giorni (caso presentato al 6° congresso nazionale “Collegio dei Docenti di Odontoiatria” nel 1999), anche se oggi lamenta patologie residuali presumibilmente causate dal mercurio ancora presente nel corpo.
Sempre in Italia, due donne gravemente malate, con allergia (tipo IV) al mercurio, hanno ottenuto dalla propria Asl parere favorevole per il rimborso delle spese mediche in centri di alta specializzazione in Svezia e in Germania, precisamente a Monaco dal dott. Ottaviano Tapparo, che ha iniziato 15 anni fa a collaborare con il prof. Daunderer e ha visto guarire pazienti da narcolessia, paralisi, epilessia, difetti della vista, ecc.
La disintossicazione
Secondo il dott. Tapparo, “bisogna proteggere il più possibile il paziente dai vapori di mercurio e dai frammenti dell’otturazione, usando una diga in gomma intorno alla bocca o dei filtri intorno ai denti nel cavo orale, la cannula di aspirazione Clean-up, la maschera di ossigeno con riduttore e occhiali di protezione. Nei casi gravi, il dentista deve trapanare intorno all’otturazione senza nemmeno toccarla, usando anche un sistema di raffreddamento ad acqua e di forte aspirazione. Inoltre, il paziente deve ingerire del carbone vegetale prima della rimozione”.
La rimozione delle otturazioni, però, rappresenta solo “la fine dell’esposizione alle tossine”. Per una completa disintossicazione è necessario rimuovere chirurgicamente i depositi delle tossine nell’osso mascellare e mandibolare (Neuralgia Inducing Cavitational Ostitis) e i focus batterici. “Il mercurio, infatti, ha proprietà antibatteriche e può favorire la proliferazione di batteri resistenti, che abbassano notevolmente le difese immunitarie del paziente”, spiega il dott. Tapparo.
La legge italiana
In Italia l’uso delle otturazioni in amalgama è regolato dal decreto ministeriale del 10 ottobre 2001 che impone l’uso di amalgami dentali solo nella forma di capsule predosate perché permettono di “ridurre le emissioni di vapori di mercurio in corso di preparazione dell’amalgama dentale e di standardizzare la quantità di mercurio”.
Il decreto è in parte controverso perché, da una parte, dice di evitare per prudenza la posa e la rimozione dell’amalgama in pazienti con allergia all’amalgama e, dall’altra, indica, negli stessi casi, la rimozione dell’otturazione ma senza dare le specifiche sul protocollo da seguire.
In realtà, la stessa diagnosi dell’allergia all’amalgama è piuttosto complessa perché non è un tipo di reazione che produce anticorpi, come accade negli allergeni più comuni (acari o pollini). L’amalgama può causare una reazione da contatto o una sensibilizzazione sistemica, cioè di tutto il sistema immunitario.
Come spiega il dott. Tapparo, “i casi di allergia da contatto all’amalgama sono rarissimi”. I metalli, infatti, procurano in genere un’allergia di tipo IV, ovvero di risposta positiva dopo 4 settimane di contatto con la sostanza. L’unico modo per diagnosticarla è il test LTTS-MELISA o anche il patch test, ovvero il cerotto tenuto 4 settimane (tempo di reazione) sulla pelle. “Io non suggerirei mai ad un mio paziente il test epicutaneo perché può attivare le allergie esponendo i pazienti a reagenti con i quali non erano mai venuti prima a contatto.”
L’emergenza di una reazione allergica sarebbe, però, soltanto l’ultimo stadio dell’intossicazione cronica da metalli, che avviene quando questi si uniscono ad una proteina. “Si iniziano ad osservare – commenta ancora il dott. Tapparo – gli effetti dell’intossicazione già quando il corpo non riesce più a produrre degli enzimi, (glutatione) che sono tutti impegnati nella disintossicazione dei metalli, ma necessari ad una miriade di processi metabolici”.
Le leggi nel mondo
La Svezia è stato il primo paese a dare ai suoi cittadini l’opportunità di rimuovere le otturazioni gratuitamente con un protocollo di protezione. In Germania e Italia ci sono limiti all’uso dell’amalgama, ma in molti paesi, soprattutto negli Stati Uniti, è persino considerato illegale informare i pazienti su rischi potenziali derivanti dalle otturazioni al mercurio. Il dott. H. A. Huggins, il principale sostenitore della causa contro l’amalgama in America, infatti, ha perso, proprio per questo, la sua licenza medica nel 1996.
Un anno dopo, nel 1997, un gruppo di pazienti tedeschi avvia una causa penale contro una multinazionale che produce amalgama, la Degussa. La perizia dei professori dott. O. Wasserman, dott. M. Weitz e libero docente dott. Alsen-Hinrichs dell’Università di Kiel, richiesta dal pubblico ministero E. Schöndorf della Procura presso il Tribunale di Francoforte, ne dimostra la tossicità. Per evitare la causa penale, la Degussa si impegna a finanziare con 1.5 milioni di vecchi marchi la ricerca su materiali alternativi per restauri dentali.
Negli USA la voce sulla pericolosità dell’amalgama è arrivata lo scorso marzo persino al parlamento. Il deputato Diane Watson ha proposto il divieto dell’uso di mercurio per le otturazioni dentali entro il 2006, suscitando scalpore e il risentimento dello stesso Time, che le ha dedicato diverse colonne, suggerendole di non rovinare la sua carriera politica seguendo la causa degli attivisti anti-amalgama.
La controversia sull’amalgama è una questione scientifica o politica?