Un gruppo di rircatori tunisini ha studiato gli effetti della radiazione del Wi-Fi (2.45 GHz) su ratti esposti per un’ora al giorno per 21 giorni di seguito e ha scoperto che tale esposizione induceva una condizione simile al diabete. In particolare risultava una riduzione:
- della glutatione perossidasi (GPx, -33.33% fegato e -49.40% nei reni),
- della catalasi (-43.39% nel fegato e -39.62% nei reni)
- della superossidismutasi (SOD, -59.29% nel fegato e -68.53% nei reni)
- e della quantità di gruppi tioli (-62.68% nel fegato e -34.85% nei reni).
Di contro l’esposizione alla radiazione del Wi-Fi aumentava la malondialdeide detta anche MDA (29.69% e 51.35%) rispettivamente nel fegato e nei reni.
La ricerca ha preso in considerazione, poi, l’effetto antiossidante della somministrazione di un estratto di foglie di olivo (100 mg/kg) nei ratti esposti alla radiazione per prevenire il disturbo metabolico del glucosio e per ripristinare le attività enzimatiche che erano risultate alterate nel fegato e nei reni.
Si è osservato che mentre l’estratto di foglie di olivo riduceva i livelli elevati di MDA nel fegato, non riusciva ad abbassarli nei reni.
I ricercatori hanno concluso, nella loro pubblicazione dei risultati su Environtal Toxicology and Pharmacology del 2013, che l’esposizione alla radiazione da radiofrequenza del Wi-Fi induceva uno stato simile al diabete con un’alterazione della risposta allo stress ossidativo nei tessuti dei ratti. In parte questo stess ossidativo poteva essere minimizzato con la somministrazione di estratto di foglie d’olivo.
Titolo dello studio: Effects of olive leave extract on metabolic disorders and oxidative stress induced by 2.45 GHz WIFI signals.
Autori: Salah MB1, Abdelmelek H, Abderraba M.
Affiliazioni: della Facoltà di Scienze dell’Università di Bizerte in Tunisia e dell’Istituto di Preparazione agli Studi Scientifici e Tecnici de La Marsa in Tunisia
Pubblicazione: Environ Toxicol Pharmacol. 2013 Nov;36(3):826-34. doi: 10.1016/j.etap.2013.07.013. Epub 2013 Aug 3.
Link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23994945
Traduzione di Francesca Romana Orlando per AMICA